giovedì 9 febbraio 2012

La Lega ha nostalgia del cappio

Il pretesto è il decreto “svuota carceri”, su cui oggi il governo ha deciso di mettere la fiducia. Ma le invettive volgari e deliranti della Lega in Aula confermano un dato di fatto ormai assodato: il Carroccio ha nostalgia del “cappio”,
perché preda di quella visione giustizialista a intermittenza (si vedano le alleanze con Pdl e le convenienze elettorali ad hoc), perché intende il Parlamento
come un’osteria, anzi forse meno, perché altro non è se non un partito con la bava
alla bocca che rutta contro il tricolore e inveisce contro quello stesso sistema dal quale incassa fior di stipendi e di gettoni delle municipalizzate. La decisione del governo, per bocca del ministro per i Rapporti con il parlamento, Piero Giarda, produce una di quelle performaces in cui gli allievi del senatùr sono maestri. Urla
e sbraiti, subito dopo aver praticato l’ostruzionismo in discussione generale.

Il voto di fiducia si terrà giovedì a mezzogiorno, mentre le dichiarazioni di voto cominceranno domani mattina come deciso dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Una necessità alla quale non ci si poteva sottrarre, ha commentato il ministro della Giustizia Severino, sottolineando che l’unica motivazione che ha spinto il governo è stata «esclusivamente quella dei tempi, di fronte al rischio» dell’ostruzionismo «preannunciato e già messo in atto» dalla Lega. Ma i signorotti dal fazzoletto verde, dopo la parentesi governativa “pro Silvio sempre e comunque”, mostrano di non rendersi conto di come il sovraffollamento carcerario sia una criticità oggettiva. E innescano le consuete polemiche, improduttive e tediose. Il provvedimento è indispensabile, dal momento che il carcere non può essere inteso come occasione di umiliazione sociale.

Ma anche se così non fosse e prescindendo per un momento dal merito della questione, rimane l’amaro in bocca per un dna politico che tale non può definirsi. Fatto di strappi e volgarità elevate al cubo. La Lega, oggi come ieri, è solo questo.

Fonte: il futurista quotidiano del 9/02/12

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