Chissà se qualcuno scriverà mai la parola fine su questo
vero e proprio teatro dell’assurdo che sta andando in scena in Grecia. Dove,
sebbene salari e pensioni siano stati "tagliati" per quattro volte in
due anni da un memorandum suicida della troika, la corsa agli armamenti non si
ferma. Anzi, raddoppia. Dal governo conservatore di Nea Dimokratia ma retto da altre
due “gambe”anomale con socialisti del Pasok e sinistra democratica del Dimar, è
stato dato l'ok all'ordine da dieci miliardi di euro per il 2013, tra carri
armati, aerei e fregate. Con il radicale Alexis Tsipras rimasto l’unico ad
alzare il dito per eccepire su scelte drammatiche e a fare opposizione seria in
un parlamento assoggettato ai desiderata franco-tedeschi (si veda alla voce
Siemens). Senza dimenticare uno dei maggiori produttori greci di armi, Russios,
che casualmente è il parente dell’ex ministro delle Finanze Papacostantinou
finito e poi depennato dall’illustre politico socialista nella lista Lagarde,
l’elenco dei duemila evasori che hanno portato fuori dall’Ellade svariati
miliardi di euro, direzione Svizzera. E che è stata pubblicata per la prima
volta dall’inchiestista Kostas Vaxevanis, per questo arrestato e processato per
direttissima.
Nella Grecia dei “non diritti” dunque ecco il nuovo programma per
la difesa, che entro sette anni rimodernerà l’intera flotta dell’Egeo con
numeri da brivido. Acquisto di elicotteri da trasporto per 805 milioni di euro;
291 cingolati per 1,7 miliardi; carri anfibi per 100 milioni; quaranta nuovi
aeromobili per 2,46 miliardi; velivoli
da addestramento operativo per 900 milioni; quindici elicotteri di salvataggio
SAR da 230 milioni; quattro nuove fregate con "opzione" per altre due
da 2,2 miliardi; aviazione navale per cooperazione da 250 milioni; modernizzazione
per le fregate da 200 milioni; acquisizione di cinque unità antimine da 250
milioni. A questa lista della spesa il governo ha pensato bene di “aggiungere”
in cima altre due priorità. Sono due programmi di difesa: il primo prevede lo sviluppo
di un sistema di comunicazione per le Forze Armate da 161 milioni di euro, il
secondo riguarda la partecipazione al consorzio BOC-HELIOS da 120 milioni. Che
in totale fanno dieci miliardi di euro.
Con sullo sfondo un paese intero allo stremo, dopo i tragici
tagli a stipendi, pensioni, indennità, welfare e sanità; dopo l'aumento della
disoccupazione giunta al record del 26% (58% tra i giovani trentenni); dopo lo
stato di miseria e degrado causate da un’austerità assurda che ha azzerato
diritti e partecipazione. Nella Grecia che affronta le conseguenze quotidiane
del memorandum si registrano storie drammatiche di degrado, emarginazione,
povertà, con le sacche di razzismo e demagogia di chi, forte del 7% di voti
ottenuti alle elezioni dello scorso maggio, si fa beffa dei diritti, e spacca
la faccia agli immigrati, organizza le ronde per le strade della capitale
ellenica, propone un associazione di medici “con” frontiere. Con la politica
che si dice democratica e non violente che non batte ciglio.Tra l’altro il
Fondo Monetario Internazionale è stato al centro di aspre critiche nel mese di
ottobre, quando alla vigilia dell’ultimo eurogruppo che ha staccato l’assegno
di 50 miliardi di euro per Atene (l’80% destinato alle ricapitalizzazioni
bancarie, e solo le briciole a comuni e regioni) ha ammesso che i piani di
austerità proposti si sono rivelati più
costosi del previsto, creando danni economici tre volte maggiori di uno status
quo prodotto dalla stessa classe dirigente che oggi si proclama salvatore dell’Ellade.
Nel report redatto dal capo economista dell’Fmi Olivier Blanchard e dal suo
partner Daniel Lee ha si legge che l'impatto sociale dei memorandum sembra
svanire allorquando l'economia inizia a recuperare. Scatenando di fatto una
tempesta di critiche per le drastiche riduzioni nel bilancio di un’economia già
in stato comatoso, con il numero dei senzatetto ad Atene raddoppiato, con un
quarto della popolazione greca che vive con 700 euro mensili, con l’evasione
record dei Paperoni dell’Acropoli giunta a 28 miliardi, con bambini che si
accasciano sui banchi di scuola per la fame, con la ricomparsa di malattie
“datate” come la malaria, con il taglio a ospedali e ambulatori che innescano
una reazione a catena da macelleria sociale, con i malati di aids che non
trovano più i farmaci salva viva. Con un sistema sociale che crolla sotto i
colpo di una politica irresponsabile e che prosegue nello spreco di denaro
pubblico.
Ha scritto Richard Bach che “è giusto che un gabbiano voli
essendo nato per la libertà; è suo dovere lasciar perdere e scavalcare tutto
ciò che intralcia, che si oppone alla sua libertà, vuoi superstizioni, antiche
abitudini, qualsiasi altra forma di schiavitù”. Ma se la schiavitù è imposta da
chi, invece, è preposto alle libertà e ai diritti per i cittadini allora
significa che il corto circuito è già avvenuto e il fuoco sta avviluppando
tutto ciò che resta di costruzioni sociali e idee di convivenza. Rimane, però,
un ultimo interrogativo dopo aver letto di quelle cifre record che Atene spenderà
per armamenti presumibilmente (anzi, quasi certamente) da aziende tedesche: questa
volta la troika farà rapporto?
Fonte: Gli Altri settimanale dell'11/01/13
Twitter@FDepalo
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