Il serpente che non cambia pelle
muore, non c’è ombra di dubbio. Ma quando il metro di valutazione e di
assemblamento di una squadra è dato da direttive “elettorali” di gradimento,
allora significa che il problema sta nel manico e solo in seguito nel merito
delle scelte. Silvio Berlusconi sconfessa in un colpo solo due lustri di
politica economica dei suoi governi affidando le chiavi del suo dipartimento
economico alla tessera numero due di Forza Italia. Quell’Antonio Martino (scuola
Milton Friedman), degnissimo docente, già ministro della Difesa ma soprattutto anello di
congiunzione con un certo mondo economico di stampo liberista, che era stato
tra i promotori nel 1994 di “quella” svolta liberale (però solo sulla carta).
Ma a preoccupare non è la scelta dei nomi che affollano e affolleranno i
meetings che si terranno a Villa Gernetto in una sorta di gabinetto economico
formativo permanente, quanto la motivazione da cui quella scelta scaturisce.
Non la presa di coscienza del fallimento dei convincimenti tremontiani, non la
consapevolezza che l’annuncio propagandistico dell’eliminazione dell’ici è
stato un boomerang che oggi si ripercuote sul paese sotto forma di Imu, nemmeno
la metabolizzazione dei mille e più errori commessi dagli esecutivi targati
Cavaliere. Bensì solo i sondaggi che premierebbero quelle forze politiche in
grado di “smilitarizzare” la vecchia burocrazia del paese, facendo le riforme
che tutti annunciano da vent’anni, aprendo alla concorrenza (grottesco che lo
prometta chi invece foraggia il monopolio dell’etere). Ecco l’ennesimo bluff di
Berlusconi. Che in una sorta di verve autolesionista (per il paese, mica per le
sue aziende) crede che solo tornando a fare ciò che chiede la gente si possa
vincere. Questa è la vera tragedia italiana, perché l’economia come insegnano
le linee guida adottate a fatica dal governo Monti (ma senza alternative vere) non
è come quelle consulenze affidate a caso ad amichette, cricche o vecchi amici
di infanzia o di crociera. Ma un ambito maledettamente serio, che non ammette
errori. Soprattutto in questa fase.
Fonte: il futurista del 17/7/12
Twitter@FDepalo
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