martedì 11 settembre 2012

Quella “controffensiva europeista”, carburante per la rinascita dell’Ue


C’è urgente bisogno di una “confroffensiva europeista”. Il monito del capo dello Stato Giorgio Napolitano giunge all’indomani di un doppio evento comunitario che merita una riflessione serena ma ferma. Da un lato la presa di coscienza della cancelliera tedesca Angela Merkel sulla pericolosità di una stretta interdipendenza tout court dai mercati, dall’altro la sterzata del governatore della Bce Mario Draghi nella direzione degli eurobond, che ha avuto il merito di scuotere la pangea continentale che rischiava una drammatica impasse e che ha riscontrato la risposta positiva delle borse. In primis dunque la maturazione ideologica di frau Angela, consapevole che l’attuale panorama dell’eurocrisi, complessa e bisognosa di risposte articolate e quanto più possibili condivise, necessiti di altre opzioni e soprattutto di altre visioni. In questo senso vanno lette le sue parole di pochi giorni fa quando ha preso le distanze da una genuflessione aprioristica verso i mercati, ribadendo come sia deleterio far scivolare nelle retrovie il fattore-popolo. Ovvero quei cittadini che si trovano nell’amara contingenza di far fronte agli sviluppi, imprevisti ma necessari, dell’attuale crisi economica. Il che non significa automaticamente che il rigore debba subire una battuta di arresto, quanto che si possa conciliare con quel senso di solidarietà prescritto dai padri fondatori dell’Unione.

In questo frangente la Merkel, mentre in ambito comunitario è impegnata nel sostenere e rafforzare assieme ad altri interpreti come Monti e Hollande la fragilità della diga Europa, deve risolvere anche piccole diatribe sul fronte interno, come le schermaglie elettorali in vista delle urne del 2013. Dettaglio che non le ha impedito però di spendere parole incoraggianti rispetto agli sforzi compiuti da Italia e Spagna. Ed è in questa direzione che si inserisce la mossa del governatore della Bce Draghi. La sua apertura al piano anti-spread, che prevede l’acquisto illimitato di titoli di stato, potrebbe segnare una svolta in questo biennio terribile. In quanto attuata nella direzione della difesa dell'integrità della politica monetaria dell'Eurozona. Il concetto incarnato dall’euro, come ha ricordato Draghi, è irreversibile. E non potrebbe essere altrimenti. Per queste ragioni la mossa della Bce, ovviamente nei limiti del proprio mandato, è da interpretare come un tentativo, ci si augura efficace, di rafforzare l’infrastruttura della moneta unica e della zona comune, al fine di elaborare quanto prima una politica monetaria che abbia ricadute omogenee. E ciò anche per provvedere ad una stabilità dei prezzi. Altra ricaduta della mossa Bce si dovrebbe poter apprezzare in prospettiva, con l’inflazione che si stima possa scendere nuovamente sotto il 2% nel 2013, anche se si tratta di un dato caratterizzato ancora da incertezze diffuse. Le parole di Draghi, oltre a far scendere lo spread, hanno incentivato l’andamento delle Borse, con Madrid che ha fatto registrare il miglior risultato, seguita da Piazza Affari.

Quanto accaduto non può che essere pesato come un nuovo punto di partenza nelle relazioni tra criticità e modus operandi delle istituzioni europee, non fosse altro perché in assenza di risposte corali ci ha pensato il vertice dell’Eurotower a richiamare le cancellerie continentali verso un sentiero che, se da un lato non deve smarrire le misure di austerità, rigore e crescita, dall’altro non deve fare mostra di relegare a tedioso contorno quel senso di condivisione solidale che è alle base della comunità dell’Europa. Alla luce di tali valutazioni, quasi a voler chiudere un cerchio tanto sensibile quanto, oggi più che mai, decisivo, ecco l’invito dell’europeista per eccellenza Giorgio Napolitano. Che ancora una volta si spende per non far abbassare la guardia nei confronti di quella che si potrebbe ribattezzare “la nuova consapevolezza comunitaria dell’unione politica europea”. Oggi più che mai traducibile nell'integrazione sempre più stretta e comprensiva tra gli Stati.

Fonte: Agenda del 7/9/12
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