domenica 6 maggio 2012

Grecia: il rischio è l'ingovernabilità

La Grecia vira a sinistra. E a destra. Primi exit poll dalle elezioni politiche per il rinnovo del parlamento dopo la parentesi semi tecnica di Lucas Papademos: crollano i partiti pro-euro, i protagonisti del bipolarismo ellenico, i socialisti del Pasok e i conservatori di Nea Democratia. Rispettivamente dati tra il 17 e il 13% (dal 43,9 del 2009), e il 24 e il 20% (dal 33,5%). Exploit dei comunisti del Syriza (18-14%), e dei comunisti del KKe (tra il 10 e il 7%). A spaventare soprattutto il voto di protesta verso le ali estreme, in modo particolare i neofascisti di Alba dorata, dati tra l’8 e il 6% (certo il loro ingresso in Parlamento per la prima volta dopo 40 anni). Il dato negativo del Pasok e, leggermente meno grave della formazione di centrodestra, rappresenta la risposta del popolo greco alle forze politiche che hanno governato ininterrottamente dalla caduta dei Colonnelli a oggi. E che hanno causato l’attuale situazione economica.

Trend positivo per gli Indipendenti greci del carismatico Kammenos (fuoriuscito da Nea Democratia e protagonista di una filippica nell’aula della Camera che ha fatto il giro della rete), dati tra il 10 e il 12%. E per le forze di sinistra con, si stima, almeno 80 deputati per Kke e Syryza: il primo con a capo l’ortodossa Aleka Papariga, il secondo con il giovane Alexis Tzipras, che pare non abbia raccolto consensi solo nell’elettorato classico composto da impiegati, operai e studenti, ma sia riuscito ad allargare il proprio bacino anche in fasce sociali che fino a ieri non erano interessate a una politica “sociale”. E che oggi invece hanno mutato atteggiamenti e scelte. In serata si avranno i dati ufficiali, ma già si abbozzano i primi progetti sulla formazione o meno di un esecutivo. Due gli scenari ipotizzati al momento: o un governo di unità nazionale composto dall’unione di forze politiche pro-Ue, o il ritorno alle urne. La prima ipotesi sembra di difficile realizzazione, in quanto Pasok e Nea Democratia da soli non avrebbero la forza per farlo, bensì dovrebbero scendere a patti con le due forze di sinistra radicale che hanno rappresentato la vera sorpresa delle consultazioni elettorali.

Secondo la Costituzione greca, il leader del partito di maggioranza relativa (che ottiene un premio di 50 seggi) è chiamato dal presidente della Repubblica per comporre il un governo. Ma per governare da solo un partito necessita di una percentuale tra il 36,4 per cento e il 42,7 per cento, in quanto varia a seconda del numero dei partiti che superano lo sbarramento per entrare in Parlamento. Al momento nessuno dei partiti si è avvicinato a quei numeri. Intanto la giornata è stata caratterizzata da microepisodi che hanno dato la misura della protesta sociale. Gli abitanti di due piccoli villaggi nella provincia settentrionale di Trikala (Petrochtò e Abelokipi) non hanno votato per protestare contro le conseguenze del piano della troika.

Fonte: www.ilfattoquotidiano.it del 6/5/2012
Twitter@FDepalo

Nessun commento: