martedì 15 maggio 2012

Grecia, niente governo dei professori. Dalle nuove urne la "kalinicta" all'euro?

Il fumaiolo, come nel conclave papale, non c’è all’interno del Megaro Proedrikò di Atene. Non si vede quindi la fumata nera che sale (sulla Grecia e sull’euro) dall’elegante residenza che fu del Re Costantino II nel centro di Atene, a due passi dal parlamento. Quel luogo non è stato teatro di pace. “Oxi” hanno risposto i leader politici alla proposta del presidente della repubblica Carolos Papoulias di un governissimo “dei professori” alla Monti, con alte personalità del mondo accademico, tecnocratico ed istituzionale del paese, per uscire dall’impasse, dare sostegno al memorandum della troika e mettere in cassaforte la permanenza dell’euro. 

E subito il conio “incriminato” scende, lo spread torna a 440 e la borsa di Atene perde quattro punti in sessanta secondi.  Nulla di fatto anche per l’ultimo tentativo di governare l’Ellade proprio nel giorno del vertice franco-tedesco e dell’Ecofin. I leader dei partiti politici hanno spiegato di non avere trovato la sintesi. Troppo distanti le posizioni dei “bipolari” Samaras e Venizelos (leader dei conservatori di Nea Dimokratia e socialisti del Pasok) dalla frangia più sociale rappresentata dal quello che è già stato ribattezzato il Vendola dell’Acropoli. Quell’Alexis Tsipras, alla guida della coalizione delle sinistre radicali Syriza (seconda alle elezioni con il 16% dei voti e in notevole ascesa sino al 25% come dagli ultimi sondaggi) senza il quale neanche il democratico Fotis Kouvelis prenderebbe parte al governo.
Caos dunque e tanta incertezza soprattutto sui mercati. La moneta continentale alla notizia del fallimento delle trattative scende per la prima volta da quattro mesi sotto quota 1,28 dollari. Piazza Affari frena con soprattutto le banche a risentire per un eventuale addio di Atene all’euro. Mps in asta di volatilità cede il 6,04% teorico, seguito da Banco Popolare a 0,926 euro (-4,97%); Mediolanum (-4,29% teorico) e Bper (-4,37% teorico), mentre Mediobanca perde il 3,22% a 3,062 euro. Bpm perde il 3,40% a 0,33 euro, mentre Unicredit quota a 2,59 (-3,14%), seguito da Ubi banca (-2,63% a 2,368) e Intesa Sanpaolo (-2,03% a 1,012 euro). Insomma, una catastrofe.
Le prime reazioni vengono dalla Svezia. Il ministro degli esteri Anders Borg, ammette che la Grecia è molto vicina alla fine della strada: «Noi tutti comprendiamo che la situazione in Grecia è molto seria», ha detto al termine dell’Ecofin. Intanto nel paese la tensione sale, con l’iva al 23%, la benzina verde che sfonda quota due euro e la disoccupazione giovanile che tocca un greco su due. La sensazione dominante è di un caos “congenito”, dato da una classe politica arraffona e impreparata che neanche oggi comprende la gravità della situazione.
  
Fonte: il futurista quotidiano del 16/5/2012

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