Il fumaiolo, come nel conclave papale, non c’è all’interno del Megaro
Proedrikò di Atene. Non si vede quindi la fumata nera che sale (sulla
Grecia e sull’euro) dall’elegante residenza che fu del Re Costantino II
nel centro di Atene, a due passi dal parlamento. Quel luogo non è stato
teatro di pace. “Oxi” hanno risposto i leader politici alla proposta del presidente della repubblica Carolos Papoulias
di un governissimo “dei professori” alla Monti, con alte personalità
del mondo accademico, tecnocratico ed istituzionale del paese, per
uscire dall’impasse, dare sostegno al memorandum della troika e mettere
in cassaforte la permanenza dell’euro.
E subito il conio “incriminato” scende, lo spread
torna a 440 e la borsa di Atene perde quattro punti in sessanta secondi.
Nulla di fatto anche per l’ultimo tentativo di governare l’Ellade
proprio nel giorno del vertice franco-tedesco e dell’Ecofin. I leader dei partiti politici hanno spiegato di non avere trovato la sintesi. Troppo distanti le posizioni dei “bipolari” Samaras e Venizelos
(leader dei conservatori di Nea Dimokratia e socialisti del Pasok)
dalla frangia più sociale rappresentata dal quello che è già stato
ribattezzato il Vendola dell’Acropoli. Quell’Alexis Tsipras, alla guida della coalizione delle sinistre radicali Syriza
(seconda alle elezioni con il 16% dei voti e in notevole ascesa sino al
25% come dagli ultimi sondaggi) senza il quale neanche il democratico
Fotis Kouvelis prenderebbe parte al governo.
Caos dunque e tanta incertezza soprattutto sui mercati. La moneta
continentale alla notizia del fallimento delle trattative scende per la
prima volta da quattro mesi sotto quota 1,28 dollari. Piazza Affari frena con soprattutto le banche a risentire per un eventuale addio di Atene
all’euro. Mps in asta di volatilità cede il 6,04% teorico, seguito da
Banco Popolare a 0,926 euro (-4,97%); Mediolanum (-4,29% teorico) e Bper
(-4,37% teorico), mentre Mediobanca perde il 3,22% a 3,062 euro. Bpm
perde il 3,40% a 0,33 euro, mentre Unicredit quota a 2,59 (-3,14%),
seguito da Ubi banca (-2,63% a 2,368) e Intesa Sanpaolo (-2,03% a 1,012
euro). Insomma, una catastrofe.
Le prime reazioni vengono dalla Svezia. Il ministro degli esteri Anders Borg,
ammette che la Grecia è molto vicina alla fine della strada: «Noi tutti
comprendiamo che la situazione in Grecia è molto seria», ha detto al
termine dell’Ecofin. Intanto nel paese la tensione sale, con l’iva al
23%, la benzina verde che sfonda quota due euro e la disoccupazione
giovanile che tocca un greco su due. La sensazione dominante è di un
caos “congenito”, dato da una classe politica arraffona e impreparata
che neanche oggi comprende la gravità della situazione.
Fonte: il futurista quotidiano del 16/5/2012
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