giovedì 17 maggio 2012

Se la Grecia ci copia il piano "Salva Italia"...

Cassare i pr ivilegi fiscali per la Chiesa, lotta senza quartiere all’evasione, introduzione di una patrimoniale e di un registro per i pubblici appalti, rimozione del segreto bancario, ridare fiato alla produzione nazionale, tagliare le spese di rappresentanza e per le forniture militari. A voler leggere anche non necessariamente fra le righe del programma elet-torale del “pericoloso radicale” Alexis Tsipras, di antieuropeismo e di verve castrista non c’è traccia. Piuttosto le misure proposte dal 37enne leader del Syriza sembrano in linea con il rigore montiano. Dove sta dunque l’errore? In un paese dove i sacerdoti ricevono ancora lo stipendio dallo stato, e dove il referendum popolare non è ammesso, la parola riforma non solo è pericolosamente sconosciuta, bensì occorre una rivoluzione dei costumi, della società: e in primo luogo della politica. 

Il nuovo ricorso alle urne che tiene col fiato sospeso mezzo mondo, potrebbe per la Grecia anche trasformarsi in un’occasione. Gli ultimi sondaggi danno Tsipras in netto progresso di almeno otto punti percentuali rispetto alle urne del 6 maggio scorso, mentre tutti gli altri partiti in perdita di poco (Alba dorata, Sinistra Democratica, Indipendenti, Verdi) o di molto (conservatori e socialisti). Si aggiunga che i cittadini greci hanno ritirato nella sola giornata di lunedì 900 milioni in contanti dai loro conti bancari. Significa che la paura di una politica fino ad oggi deficitaria fa scattare nel cittadino il terrore del baratro. A cui solo un’altra politica, alta e qualificata, può riparare, a patto che faccia del rigore e della crescita due elementi non slegati fra loro. Ma intrecciati indissolubilmente. Monti docet sotto l’Acropoli in apnea?

Fonte: il futurista quotidiano del 17/5/2012
Twitter@FDepalo

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