giovedì 31 maggio 2012

Se a chiudere sono le frontiere del buon senso...


E l’Austria chiuse le frontiere (o almeno vorrebbe). Se la Grecia dovesse entrare in stato di emergenza e quindi fare un passo indietro dall’eurozona, scrive il quotidiano austriaco Standard, l’Ue potrebbe reintrodurre i controlli alle frontiere. Compiendo di fatto un passo indietro di 50 anni, mortificando il senso più intimo del concetto di Unione e facendo crollare l’intera infrastruttura comunitaria, mettendo in dubbio anche la semplice libera circolazione. Secondo il quotidiano viennese il Consiglio europeo avrebbe già discusso la possibilità di chiudere le frontiere e scrive che «tutti i paesi membri sono preparati a questa opzione e se in Grecia regnerà il caos enormi quantità di denaro potrebbero essere trasferite illegalmente al di fuori del paese, con un forte aumento della criminalità». 

E ancora: «La chiusura formale delle frontiere non rappresenterebbe un problema, a differenza della possibile uscita di Atene dalla zona euro, che non prevista nei trattati dell’Ue. Ci sono regole chiare nel trattato di Schengen che permettono questa misura». Ma al di là di regole e protocolli, ciò che manca al continente al momento è una massiccia dose di buon senso, anche nei mezzi di informazione che con analisi sensazionalistiche spesso sollevano più polvere di quanta ve ne sia realmente. Frontiere aperte dunque, e non solo tra gli stati. Ma soprattutto tra i neuroni.

Fonte: il futurista quotidiano del 31/5/2012
Twitter@FDepalo

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