martedì 7 febbraio 2017

Atene, dall’alba in coda sotto la pioggia per un sussidio. Ma il sistema va in tilt ed è caos


In coda sotto la pioggia dalle prime luci dell’alba per ottenere un sussidio. Ad Atene non c’è solo il ritorno del dibattito sulla Grexit con possibili elezioni anticipate a primavera, ma scene di ordinaria crisi sociale. Questa mattina una lunga coda nel quartiere di Agios Kostantinos è stata immortalata dai tg.
“E’ la peggiore umiliazione che possa capitare ad un uomo per 200 euro“, ha detto un cittadino, in fila tutti i giorni dalle 5 del mattino e che ha “abbandonato” ogni speranza perché la sua pratica non può essere evasa. Il sistema elettronico non funziona, e anche se l’operatore deve informare i cittadini di passare un altro giorno, decine di persone sono ancora lì in attesa, tra spintoni e disperazione. Proprio non ci stanno a mollare forse l’unico diritto rimasto tale nel paese, anche se così svilito.
Il sito internet del ministero in cui dovevano essere inserite le richieste ha ricevuto due milioni di visite nel giorno di apertura, andando in tilt, per cui lo scorso 1 febbraio solo 53.000 domande sono state depositate sulle 700.000 complessive previste. Tra l’altro non esiste alcun sistema di priorità per anziani, donne in gravidanza e disabili in coda, così alcuni cittadini dopo il disappunto dei primi giorni hanno stampato arbitrariamente numeretti per tentare di dare un ordine alla fila sotto la pioggia. Chi non ha un lavoro in Grecia è anche automaticamente senza previdenza, ad oggi circa un quarto della popolazione totale.
Si giustifica il vice ministro per la Solidarietà sociale Theano Fozio: troppi accessi (circa settemila al minuto) hanno causato il blocco del portale e annuncia un miglioramento della capacità del gestionale. Ma la gente in coda è in preda ad una crisi di nervi, e si chiede come mai, nonostante il governo fosse a conoscenza dell’alto numero di richiedenti, nessuno abbia previsto una maxi affluenza di questo tipo con un potenziamento del server e servizi paralleli, come un servizio di assistenza per disabili o malati.
Intanto l’Athens Medical Association denuncia che l’ente Eopyy dedicato al servizio sanitario nazionale avrebbe in programma di chiedere l’indicazione del tempo di aspettativa di sopravvivenza del paziente per completare la prescrizione di alcuni farmaci nel sistema di prescrizione elettronica. Un’indiscrezione che ha provocato la forte protesta dei medici che definiscono la direttiva “umanamente inaccettabile” e ne chiedono il ritiro immediato al ministro della Salute.
Twitter@FDepalo

Quanto c’è di vero in un nuovo rischio Grexit

Da Formiche del 7/2/17
Quanto c’è di vero in un nuovo rischio Grexit dopo sette anni di dibattiti e analisi sul caso ellenico? Il debito pubblico della Grecia è “chiaramente insostenibile”: lo dice il Fmi in un rapporto pubblicato ieri, mentre il ministro delle Finanze greco Euclid Tsakalotos sottolinea che è stato completato appena un terzo del memorandum da parte di Atene. A questo punto il governo Tsipras (che ha solo 2 deputati in più del minimo) può cadere senza troppi rischi di tenuta, dal momento che i conservatori-liberali ellenici di Nea Dimokratia (in testa nei sondaggi) hanno già preparato una bozza-programma da sottoporre alla cancelliera Merkel il prossimo 13 febbraio.
FMI
Nel rapporto il Fmi scrive che il debito pubblico ellenico è estremamente insostenibile e propone una serie di misure integrative, come l’allungamento al 2070. Sostiene, in linea di principio, che la Grecia dovrebbe applicare una correzione di politica fiscale, aggiungendo che non sono necessarie ulteriori “regolazioni al di là di ciò che è già in corso”. Come dire, nessun’altra concessione, anzi, altri compiti a casa per trovare la quadratura del cerchio e garantire la prosecuzione del rapporto tra Fmi e gli altri due componenti della troika, Bce e Ue.
Il report definisce improcrastinabili alcune “riforme fiscali”, come la riduzione della soglia no tax (al fine di ampliare la base imponibile) e la definitiva risoluzione dell’evasione fiscale, che in Grecia ancora nel 2016 ha prodotto un mancato gettito per l’erario di un miliardo di euro al mese. Circa il settore finanziario, il Fondo monetario internazionale attira l’attenzione su come il governo Tsipras dovrebbe ridurre drasticamente i prestiti definiti “rossi”. La strada indicata passa da un rafforzamento delle regole relative al governo amministrativo delle banche, e rimuovendo le restrizioni che si applicano alla circolazione dei capitali il più presto possibile. Infine, da Washington si chiedono “riforme” più ambiziose nel mercato del lavoro, già attenzionato dalla riforma firmata dal ministro Katrugalosfortemente criticata da agricoltori protagonisti dei blocchi stradali e dipendenti pubblici, accanto a misure che stimolino i consumi e la ripresa economica in un momento in cui l’intero circuito commerciale in Grecia è fermo.
L’agenda di Bruxelles e Atene, oggi, contempla una serie di vertici che si svolgeranno nei prossimi dieci giorni alla presenza del delegato del Fmi ad Atene, Delia Velculescu, circa la stabilizzazione dell’economia, da realizzare “ad ogni costo”. Contemporaneamente, un’ulteriore fase di negoziati per la valutazione impedirà l’attuazione del QE di Mario Draghi, e non permetterà quindi la normalizzazione della situazione nel paese. In realtà il Fmi sostiene che se un accordo non verrà trovato sulla base di obiettivi raggiunti e dati di avanzo primario, difficilmente la Grecia centrerà il 2% di crescita contenuto nel memorandum. Per cui scatteranno nuove pressioni politiche e uno stop a quegli investimenti che, nelle intenzioni, dovrebbero trainare il paese fuori dalle secche.
CRISI DI GOVERNO
Uno scenario che si intreccia con il versante politico. Il governo Tsipras continua a calare nei sondaggi (al momento Syriza è seconda, a meno 13 punti dall’opposizione di Nea Dimokratia) e conserva due soli deputati in più della soglia minima richiesta. Nel paese è tornato con insistenza il dibattito su una possibile uscita dalla moneta unica, passaggio che i conservatori-liberali guidati dal 47enne Kiriakos Mytsotakis stanno cavalcando al contrario: hanno stilato una bozza-programma per riequilibrare il memorandum che il leader sottoporrà ad Angela Merkel il prossimo 13 febbraio a Berlino con il titolo: “vi diremo la verità” in riferimento alle promesse fatte da Tsipras in questi due anni.
In cima al programma, lo sviluppo “cinese” del Pireo per l’economia e per gli investimenti dell’intera area asiatica-mediterranea, anche con un interesse italiano visto che Ferrovie dello Stato hanno privatizzato Treinose, le ferrovie elleniche. Maggiore aggressività per zone di taxfree, l’unico modo per inviare un messaggio alla comunità degli investitori internazionali.
Incentivi fiscali solo ai virtuosi così come fanno i paesi del nord Europa; lotta all’evasione fiscale con più circolazione di pagamenti elettronici; preventiva valutazione di un comitato ad hoc per ogni prestito concesso agli enti pubblici (ad oggi sono moltissimi quelli insolventi con buchi strutturali milionari). E ancora: nuove norme per il settore agricolo con denari non a fondo perduto così come fatto fino ad oggi, ma solo in presenza di investimenti nel tempo; fondo per sviluppo di innovazione e Ict;
riattivazione del programma risparmio – famiglie; accelerazione della soluzione del caso rifiuti, che costa alla Grecia milioni di euro all’anno per infrazioni Ue che nessuno ha mai sanato; per cui costruzione di termovalorizzatori; valutazione costante e continua dei dipendenti pubblici; modello industriale applicato per il Museo dell’Acropoli, nel 2016 vincitore del Mondial Prix museale, per tutti gli altri presenti nel paese (multimedial platforms, prenotazioni online e visite in 3d).

PROSPETTIVE
Come in un macabro gioco dell’oca, quindi, tutti i giocatori seduti al tavolo della partita tornano al punto di partenza. Il Fmi a guida Trump non ha intenzione di mettere altro denaro in un pozzo senza fondo, ovvero nel buco greco che è strutturale e macroscopico. Di contro Berlino per uscire dal dissolvimento della troika (Fmi, Ue e Bce) propone una Ue a due velocità e auspica, come osservato qualche giorno fa dal ministro delle finanze Schaeuble, che lo stesso Fmi resti a far parte della troika, contrariamente “sarebbe la fine del programma corrente”. E il numero 1 della Bce, Mario Draghi rimarca che “l’euro ci tiene uniti in tempi di chiusure nazionali”. Nel mezzo possibili elezioni anticipate in Grecia nella prossima primavera quando anche in Francia si andrà alle urne.
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