lunedì 18 agosto 2014

Putin e il nuovo Orient Express per fare più affari con i cinesi

Dopo Pechino, Atene? La Russia di Vladimir Putin, dopo aver stretto con la Cina il mega accordo commerciale lo scorso mese per la fornitura trentennale di gas, ha messo seriamente gli occhi sulla Grecia con un interessante progetto di collegamento ferroviario tra la capitale russa e Atene.
Il motivo? Dal 2004 la Cosco Cina, una delle maggiori società di containers del mondo, ha ottenuto in concessione trentennale la maggior parte dei moli commerciali del porto greco del Pireo, il primo del Mediterraneo. In questo modo le navi portacontainers cinesi non saranno più costrette a scaricare in Olanda, nel porto di Rotterdam, ma potranno fare rotta sul Pireo risparmiando una settimana di viaggio. Una circostanza che ha messo in moto una serie di valutazioni strategiche come quella di realizzare un progetto di alta velocità Mosca-Atene, anche al fine di bypassare il Bosforo.
Putin da tempo aveva in mente di realizzare un collegamento ferroviario in grande stile che da Atene salisse a nord in Macedonia a Salonicco per giungere in Russia. Ma l'asse che aveva saldato con l'ex premier conservatore greco Kostas Karamanlis non era stato sufficiente, anzi era stato bruscamente interrotto. Quest'ultimo infatti era stato al centro di un tentativo di omicidio si dice proprio per l'eccessiva vicinanza a Mosca e a Gazprom, poi nel 2009 fu fatto dimettere per andare a elezioni anticipate, in seguito vinte dal socialista Giorgios Papandreou, alla vigilia del quasi default ellenico.
Oggi Putin vorrebbe riprovarci e, complice la crisi greca con relativa riforma di appalti, lavori pubblici e privatizzazioni, potrebbe essere proprio la Russian Railways, la più grande azienda ferroviaria del mondo, a realizzare l'opera.
Propedeutica a tutto ciò, però, è la partecipazione delle ferrovie russe ai processi di privatizzazione dei porti greci (Salonicco) e soprattutto della Trainose, l'operatore ferroviario greco, che ha in pancia un debito da 800 milioni di euro. La prima apertura ufficiale da sponda russa risale al settembre scorso, quando il numero uno della Russian Railways, Vladimir Yakunin, virò sul porto di Salonicco con conseguente interessamento anche della Bulgaria nel contesto del nuovo corridoio trans-eurasiatico. Più volte Yakunin non ha nascosto l'intenzione di realizzare un mega polo integrato di trasporti e logistica, per cui l'attivismo in Grecia si inserisce proprio in questa strategia, così come ha sottolineato pochi giorni fa in occasione di un meeting organizzato dall' Economist sulle prospettive dell'economia greca.
Il legame con la Grecia non è mai venuto meno, come dimostra la partecipazione della Banda dell'Aeronautica Militare ellenica il prossimo 30 agosto sulla Piazza Rossa al Festival "Spasskaya", l'apertura in Russia di tre nuovi uffici ellenici per i visti, senza dimenticare che lo scorso mercoledì Yakunin in persona ha incontrato ad Atene il premier Antonis Samaras, con cui ha ragionato sugli inevitabili tagli al personale della Trainose oltre che su un passaggio niente affatto secondario: ovvero che durante la gara per aggiudicarsi le ferrovie greche dovrebbe essere scongiurata la pressione della Troika, che cela quella del Fondo Monetario Internazionale oltre che di Bruxelles e Berlino.
Se il progetto andrà in porto ecco che la società russa avrebbe accesso al trasporto combinato treno-nave nell'intera macroregione del Mediterraneo, senza dover dipendere dal passaggio attraverso il Bosforo, con una mutazione oggettiva dello status commerciale e con una serie di prospettive diverse che si aprirebbero, anche per il mercato stesso del vecchio continente che avrebbe altre frecce al proprio arco. Yakunin tra l'altro ha preso parte lo corso 27 giugno all'Eurispes a Roma al «meeting Razvitie», un progetto integrato di sviluppo con investimenti stimati in 1,5 trilioni di dollari e la creazione di 12 milioni di nuovi posti di lavoro per un corridoio euro-asiatico. Proprio il versante asiatico ha subìto un mese fa una vera rivoluzione copernicana grazie all'accordo per una fornitura trentennale di Mosca a Pechino da 38 miliardi di metri cubi di gas l'anno. Si tratta del contratto più significativo siglato da Gazprom.

Nessun commento: