mercoledì 11 giugno 2008

QUEL MASOCHISMO TURISTICO

Dal "Corriere del Mezzogiorno" dell11/06/08

Arrivano i crocieristi al porto di Bari e i negozi in città chiudono: dove sta l’errore? L’atavica mancanza di programmazione e di una seria volontà di analizzare tematiche per prevederne conseguenze e possibili guadagni, sta ormai attanagliando la città su tutti i fronti, ma questa che definirei un’assurda forma di “masochismo turistico”, rischia di diventare la più grande gaffe della storia cittadina.
Da qualche anno il capoluogo pugliese ha avuto la fortuna di essere prescelto da grandi compagnie come scalo per le crociere nel Mediterraneo. Qualsiasi altra città del mondo, e sottolineo del mondo, oltre a bearsi del fatto in sè, si sarebbe attrezzata per tempo, ad esempio con protocolli d’intesa con le varie federazioni di commercianti, o a piani di intervento di concerto con le Aziende di promozione turistica.
A Bari invece calma piatta: l’inconcepibile miopia della classe dirigente ha provocato un dato incontrovertibile, ovvero l’inutilità dell’approdo di tali navi per il circuito economico cittadino. Nessuno che abbia pensato ad altre visite guidate che non siano la Valle d’Itria o le Grotte di Castellana, nessuno che abbia speso una parola per i commercianti baresi che, oltre a dover fare i conti con la concorrenza della grande distribuzione, si trovano costretti a non poter sfruttare questa grossa occasione.
Di chi sono le responsabilità? Perché i suddetti commercianti non vengono messi nelle condizioni di offrire la propria merce ai croceristi? Le APT che ruolo svolgono? Sono previsti tavoli di concertazione con il Comune? Non è concepibile in un Paese europeo assistere immobili a tanto spreco di risorse. Ed in questo occorre un senso di responsabilità da parte della classe dirigente, che dovrebbe imparare a voler bene alla città anche prendendo decisioni forti, forse scomode, ma frutto di una programmazione valida e condivisa.
Un esempio che dovremmo analizzare è rappresentato dall’affascinante quanto caotica Atene che si e` rifatta il look in tutti i sensi: merito dell’efficientissimo aeroporto intercontinentale ‘Elefterios Venizelou’, costruito da una società tedesca che lo avrà in gestione per dieci anni, identica modalità per la nuovissima metropolitana, merito della concezione industriale del turismo, merito di molte donne al potere e dei favolosi impianti per le Olimpiadi del 2004. Il segreto ellenico nasce dallo sport e da una nuova classe dirigente. Atene ha messo sapientemente mano alle sue strutture, restaurandole, rendendole adatte ai tempi ed ottenendone intelligentemente un profitto. Certo, permangono mali comuni, come la disoccupazione e l’inflazione, ma la strada intrapresa è incoraggiante.
Cosa significano questi dati? Che, sfruttando le potenzialità di un territorio, è possibile identificare quella formula vincente che crea occupazione, introiti e pubblicità. Bari ha tutto per piacere: spiagge, cibo, calore (non solo climatico). Un trittico perfetto per far girare meglio gli ingranaggi del turismo, ma ahimè, non è sufficiente che diecimila tedeschi sbarchino sul lungomare per “far” girare l’economia cittadina.
E’necessario che gli amministratori ci dicano come e se intendono sfruttare le potenzialità di Bari, perchè questa città vuol erigersi a punto di riferimento costante dell’intera area Mediterranea, aspettando il Corridoio 8 e la Banca Euromediterranea, ma sperando che non sia troppo tardi.

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