mercoledì 12 maggio 2010

APPELLO AI GRECOBOFI


DA MONDOGRECO DEL 12/05/10

Questo è un appello ai grecofobi. Non abbiate paura, anzi, per superare la crisi date un contributo alla patria di Omero: quest’estate, se potete, venite tutti in Grecia.
“Sappi che il parlare impreciso- diceva Socrate- non è soltanto sconveniente in se stesso, ma nuoce anche allo spirito”. In queste settimane si è letto di tutto sulla Grecia. Circa le considerazioni tecniche in merito alla gestione contabile-finanziaria e le inevitabili ripercussioni mondiali non può esservi discussione: i numeri parlano chiaro. Qualcuno li ha truccati in passato, quel qualcuno non è stato al momento condotto in alcun tribunale, ragion per cui i cittadini ellenici sono alquanto nervosi, se si valutano nel merito i sacrifici ai quali saranno chiamati.
Ma da qui a dipingere l’intero Paese con certa supponenza o, ancora peggio, con velature di scherno come qualche commentatore italiano e tedesco ha di recente fatto, beh semplicemente non è bello. Non solo perché non risponde al vero, ma perché tali giudizi sono stati vergati quando la Grecia non aveva proprio la possibilità di difendersi, impegnata com’è a portare avanti il risanamento.
Dissertare di crisi greca mescolando così sgradevolmente baccanalie e turismo sessuale, - come qualcuno ha fatto pochi giorni fa su un quotidiano- quasi stessimo parlando di Thailandia e non di isole Cicladi, lascia esterrefatti.
In primis la Grecia non è solo Cicladi. Forse le astiose penne che hanno fatto tristemente capolino dipingendo un’Ellade allo sbando e corrosa da depravazioni sociali, non hanno avuto il piacere e l’onore di visitare i monasteri del Monte Athos, le incontaminate spiagge di Elafonissi, o le dolci coste di Porto Carras o di Porto Idra, passando per gli incantevoli vigneti del Peloponneso, o per i paesaggi mozzafiato del monte Olimpo o del Parnassos, quasi ci trovassimo in Svizzera, o le colline dell’Oracolo di Delfi, o le acque termali della piana delle Termopili, dove trecento eroi andarono incontro alla morte non prima di aver dimostrato valore e coraggio. Certamente a Mykonos (ci sono stato anch’io) non si svolgono festival letterari, e senza dubbio la crisi economica ha precise responsabilità, ma altri, e ben diversi, sono gli accenti da porre, se si vuol fare una critica corretta.
Lo stesso Isaia (5,20) scrisse “guai a coloro che chiamano bene il male, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, l’amaro in dolce e il dolce in amaro”. Nessuno sarebbe così miope da non condannare la scellerata politica economica ellenica degli ultimi due lustri. Ma un conto è analizzare oggettivamente dati e congiunture, altro sparare a salve mancando volgarmente di rispetto ad una cultura e ad una storia che non è stata solo regina del passato. E spiace che ciò sia avvenuto su un quotidiano del sud Italia, ben conscio delle proprie origini culturali, orgogliosamente mediterranee.
La Grecia non sarà mai espulsa in senso culturale, geografico, linguistico, non solo dall’Europa ma da nessun altro continente o associazione, semplicemente perché, per quei pochi che lo ignorano, rappresenta il “pan”. Perché insita nella cultura a tutti i livelli, dalla medicina alla filosofia, dalle arti alle scienze. Forse qualcuno non sa che, per dirne una, alla Nasa la prima materia insegnata ai nuovi scienziati è l’antico greco. Giusto per aprire la mente a sforzi analitici notevoli. Altro che lingua morta.
Mi auguro che le righe velenose che tanto sdegno e tristezza hanno suscitato in me, figlio del Meridione ma ancor prima di quella cultura Mediterranea che è nata, piaccia o no, in un lembo di Egeo, siano rilette con più attenzione. E non per ottenere scuse o rettifiche, ma solo per suscitare consapevolezza. Di un passato da onorare, di un presente giustamente da criticare, ma senza inopportune mancanze di rispetto, perché come diceva Pindaro “c’è una misura in ogni cosa, tutto sta nel capirlo”.

Nessun commento: