martedì 16 giugno 2015

Crisi Grecia, Atene: “Giornalisti agli ordini della troika per fare propaganda pro-Ue”

pochi giorni dalla riapertura della tv di Stato greca Ert, chiusa per volere della troika, uno scandalo scuote il mondo della comunicazione ellenica. In Grecia, dal 2010 ad oggi, ilFondo monetario internazionale avrebbe “formato” giornalisti embedded favorevoli alle posizioni dei creditori internazionali.
Lo ha denunciato la Commissione parlamentare sulla trasparenza della crisi, che indaga sul Fondo, grazie alle rivelazioni dell’ex membro greco dell’Fmi Panagiotis Roumeliotis. Ha rivelato che i seminari di formazione sono stati architettati volontariamente per creare “portavoce” delle istanze spinte dalle istituzioni internazionali che hanno gestito la crisi ellenica. I nomi dei giornalisti greci che hanno preso parte ai meeting saranno svelati nelle prossime settimane alla Camera dei Deputati di Atene.
Misure di austerità, strutturazione e comunicazione del memorandum, rischi di una Grexit, passando per quel “terrorismo mediatico” che la stampa ellenica ha megafonato svariate volte negli ultimi anni, soprattutto a ridosso delle elezioni politiche e amministrative: queste le accuse rivolte ai giornalisti coinvolti. Secondo Roumeliotis, la Commissione parlamentare potrebbe chiedere formalmente al responsabile comunicazione del Fmi, Jerry Reis, i nomi dei giornalisti invitati ai seminari. Per questa ragione il presidente della Camera, Zoì Konstantopoulou, ha fatto sua la proposta annunciando una lettera formale indirizzata all’istituto guidato da Christine Lagarde.
L’ex rappresentante greco al Fmi ha aggiunto che a dare manforte alla stampa pro troika era anche un pool di economisti e docenti universitari che, in occasione di interviste sui quotidiani o di trasmissioni televisive, cercavano di persuadere l’opinione pubblica che quella del memorandum era l’unica strada possibile per la Grecia. Il tutto mentre ad Atene la polizia arrestava forse l’unico giornalista greco che aveva dato una notizia, ovvero Kostas Vaxevanis, reo di aver pubblicato sul suo settimanale Hot Doc i duemila nomi degli illustri evasori della lista Lagarde che avevano spostato capitali in svizzera.
E così dopo il dossier siglato proprio dal Fmi che nel 2012 ha certificato un errore di calcolo da parte di Washington sulla crisi greca, ecco un’altra falla che si apre nell’istituzione che assieme all’Ue e alla Bce ha governato la crisi greca e i due memorandum imposti ad Atene, il primo dei quali votato nel novembre 2012 dai deputati socialisti e conservatori che lo avevano ricevuto in visione solo poche ore prima.
Intanto ricomincia la mobilitazione sociale in tutto il Paese e anche in Europa. “Neanche un passo indietro”: questo il titolo della manifestazione promossa in contemporanea ad Atene e a Salonicco per mercoledì 17 giugno “contro la disinformazione, gli usurai, gli istituti di credito e i requisiti che vogliono imporre alla classe operaia e ai cittadini”. Sostegno da Parigi e Bruxelles dove, rispettivamente sabato e domenica prossimi, oltre 50 organizzazioni marceranno contro l’austerità e a sostegno di Atene nell’ambito della settimana della solidarietà europea con il popolo greco.
twitter @FDepalo


1 commento:

Anonimo ha detto...



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UN GROSSO GRASSO PIANTO GRECO/EUROPEO
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Se davvero desidera uscir dai suoi guai, la Grecia cominci col liberare la propria Res Publica da tutta quella gente che la occupa a vita come dei veri e propri tiranni.

La Grecia, come del resto altri Paesi mediterranei, vive con buona probabilità una situazione dell'apparato pubblico allo sfascio esattamente come l'Italia.

In Italia per lungo tempo il VOTO di SCAMBIO è stato un vero e proprio SISTEMA e modo elettivo di accesso al Pubblico Impiego. Non si può certo fare di tutt'erba un fascio. I santi esistono e persistono in qualsiasi inferno. Tuttavia, specie in alcune zone d'Italia, il fenomeno è stato così diffuso che non sarebbe difficile trovare dei dipendenti abusivi. Il Pubblico Impiego infatti non è mai stato bonificato da coloro i quali si impossessarono di un lavoro, potere e reddito pubblici corrompendo, delinquendo. Assunti a vita, costoro sono ancora lì.

Nel cuore della Res Publica.
Illegalmente. In dispregio ad ogni codice.

Ordunque si apra velocemente una inchiesta su ogni dipendente pubblico per verificare la genuinità della sua assunzione. I carrieristi pubblici classificano noi sudditi in spietati studi di settore. Se la regola è valida per noi, si applichi anche per loro: siano indagati. Non può esserci prescrizione per chi occupa illegalmente un ruolo pubblico.

Anche per evitare in futuro una tale criminalità di massa, introduciamo una buona volta il MANDATO TEMPORANEO in ogni Pubblico Impiego. Avremo così finalmente reso giustizia alla Repubblica Democratica italiana. La res privata può essere pure di qualcuno. Ma la Res Publica appartiene a tutti e può essere concessa solo a tempo determinato.

Può essere partecipata. Non posseduta.

Si può anche solo proferir parola sulla corruzione, mafia od evasione fiscale senza mai denunciare tutto questo indegno stato delle cose?

In Grecia si proceda dunque così: si democratizzi la Cosa Pubblica.
Si introduca il mandato temporaneo in ogni Pubblico Impiego.
Si apra la partecipazione della Cosa Pubblica ai cittadini.
Si redistribuiscano a tappeto REDDITI e POTERI PUBBLICI.

Poi si vedrà come tutto comincerà a funzionare a meraviglia!

La Democrazia non può continuare ad essere impedita da CARRIERISTI PUBBLICI che ovunque hanno bloccato l'avanzare della cultura. Una democrazia non è fatta di solo voto ma deve poter contare anche sul periodico mandato in ogni ruolo, impiego, incarico pubblico.

Visto che i singoli Stati non riescono a procedere, l'Unione Europea indichi subito la via iniziando a LICENZIARE PERIODICAMENTE ogni suo dipendente pubblico. Basta col pianto greco/europeo! Senza fare la cosa giusta le cose non s'aggiustano. Chi sa e può sostenga quanto sopra.


Danilo D'Antonio

Piazza del Municipio
64010 Rocca S. M. (TE)

339 5014947

PUBBLICO IMPIEGO DEMOCRATICO
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