Da `Azienda Bari` del 13/09/08
Ecco un`altra inaugurazione della Fiera del Levante, ecco una serie di altri propositi e buone intenzioni, dal Corridoio 8 alla Banca Euromediterranea, dalla Bari ponte verso i Balcani ad un ruolo piu` internazionale per la Campionaria. Peccato pero` che i conti non tornino affatto.
Senza voler peccare di pessimismo, ma alla luce di obiettivita` e affetto per la `nostra` citta`, il binomo Fiera- Citta` si rivelera` veramente vincente solo se avra` alle spalle la regia decisa e risolutrice del Governo nazionale.
Come possiamo discutere di orizzonti anatolici e di approdi transfrontalieri se le rotte aeree della nostra regione subiscono un cosi` drastico ridimensionamento? Come raffrontaci con i milioni di containers in arrivo dalla Cina se apprendiamo che la tratta ferroviaria Lecce- Milano fa ancora dannare cosi` vergognosamente i passeggeri?
Il dato su cui riflettere e`quello offerto dai numeri : al netto di analisi, speranze e promesse, la verita` e` che la Fiera del Levante, il cui destino e` e dovra` essere inequivocabilmente legato al capoluogo pugliese, deve rappresentare il biglietto da visita di una regione intera ; ma perche` cio` sia possibile occorre che il territorio venga messo nelle condizioni di essere competitivo. Il riferimento e` ad infrastrutture, tecnologie, eccellenze tenute qui e non `costrette` alla fuga.
Quante volte negli ultimi anni abbiamo scritto dell`importanza della sede barese della Eurobanca ? Quante volte, indipendentemente dai colori politici ai governi (centrale e locale), abbiamo spinto per la definitiva ed efficace applicazione del trasporto dei tir su rotaia ? Quante volte ci siamo confrontati in tavole rotonde e meetings internazionali, anche in Fiera, sull`utilita` per l`Italia e per la Puglia di un Corridio 8 reale e non fasullo solo sulla carta ? Quante volte, il giorno dell`inaugurazione, abbiamo atteso dal Premier di turno non solo cenni sul Mezzogiorno e sulla Puglia ma fatti concreti?
Ma non e` cambiato nulla, anzi i mesi e gli anni sono trascorsi, tanto piu` che con l`allargamento dell`Unione Europea la Puglia perdera` il treno dei finanziamenti (non essendo piu` regione Obiettivo 1) ad appannaggio dei nuovi membri e alla vigilia di un`altra scadenza incombente nel 2010, ovvero l`apertura dell`area di libero scambio delle merci.
Che fare allora ? Una via percorribile, potrebbe essere quella di ripartire proprio da questa perdita, ovvero impegnarsi nella ricostruzione di un tessuto sociale, politico, economico ed intellettuale che fonda i suoi principi sulle idee, quelle vincenti, e sulla voglia di applicarle in concreto e in tempi brevi, cosi` come, ad esempio si sta facendo nel campo delle nanotecnologie e della termodinamica, dove il Salento e`preso ad esempio da altre realta` italiane e non.
Sono questi i modelli da seguire, sono queste le intuizioni sulle quali investire, nella consapevolezza che nessun finanziamento europeo potra` mai mutare il volto di un territorio se non avra` una sua logica programmata ed una oggettiva continuita`, tratto somatico che potra` scaturire esclusivamente da una classe dirigente giovane, brillante, all`avanguardia e con stimoli elevati al cubo.
Senza voler peccare di pessimismo, ma alla luce di obiettivita` e affetto per la `nostra` citta`, il binomo Fiera- Citta` si rivelera` veramente vincente solo se avra` alle spalle la regia decisa e risolutrice del Governo nazionale.
Come possiamo discutere di orizzonti anatolici e di approdi transfrontalieri se le rotte aeree della nostra regione subiscono un cosi` drastico ridimensionamento? Come raffrontaci con i milioni di containers in arrivo dalla Cina se apprendiamo che la tratta ferroviaria Lecce- Milano fa ancora dannare cosi` vergognosamente i passeggeri?
Il dato su cui riflettere e`quello offerto dai numeri : al netto di analisi, speranze e promesse, la verita` e` che la Fiera del Levante, il cui destino e` e dovra` essere inequivocabilmente legato al capoluogo pugliese, deve rappresentare il biglietto da visita di una regione intera ; ma perche` cio` sia possibile occorre che il territorio venga messo nelle condizioni di essere competitivo. Il riferimento e` ad infrastrutture, tecnologie, eccellenze tenute qui e non `costrette` alla fuga.
Quante volte negli ultimi anni abbiamo scritto dell`importanza della sede barese della Eurobanca ? Quante volte, indipendentemente dai colori politici ai governi (centrale e locale), abbiamo spinto per la definitiva ed efficace applicazione del trasporto dei tir su rotaia ? Quante volte ci siamo confrontati in tavole rotonde e meetings internazionali, anche in Fiera, sull`utilita` per l`Italia e per la Puglia di un Corridio 8 reale e non fasullo solo sulla carta ? Quante volte, il giorno dell`inaugurazione, abbiamo atteso dal Premier di turno non solo cenni sul Mezzogiorno e sulla Puglia ma fatti concreti?
Ma non e` cambiato nulla, anzi i mesi e gli anni sono trascorsi, tanto piu` che con l`allargamento dell`Unione Europea la Puglia perdera` il treno dei finanziamenti (non essendo piu` regione Obiettivo 1) ad appannaggio dei nuovi membri e alla vigilia di un`altra scadenza incombente nel 2010, ovvero l`apertura dell`area di libero scambio delle merci.
Che fare allora ? Una via percorribile, potrebbe essere quella di ripartire proprio da questa perdita, ovvero impegnarsi nella ricostruzione di un tessuto sociale, politico, economico ed intellettuale che fonda i suoi principi sulle idee, quelle vincenti, e sulla voglia di applicarle in concreto e in tempi brevi, cosi` come, ad esempio si sta facendo nel campo delle nanotecnologie e della termodinamica, dove il Salento e`preso ad esempio da altre realta` italiane e non.
Sono questi i modelli da seguire, sono queste le intuizioni sulle quali investire, nella consapevolezza che nessun finanziamento europeo potra` mai mutare il volto di un territorio se non avra` una sua logica programmata ed una oggettiva continuita`, tratto somatico che potra` scaturire esclusivamente da una classe dirigente giovane, brillante, all`avanguardia e con stimoli elevati al cubo.
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