venerdì 10 agosto 2012

Grecia, è quasi crisi umanitaria?



Mentre i board delle grandi banche e i ministri competenti (o incompetenti, a seconda di come si voglia vedere la cosa) si spellano le mani per sanare i debiti ellenici con altri debiti, il paese reale si scotta con la quotidianità di un default tecnicamente certificato ormai da tempo. La sanità in Grecia sfiora la crisi umanitaria, per usare le parole dell´Athens Medical Association, in quanto molti pazienti non assicurati non ottengono le prestazioni sanitarie che necessitano. E perché non sono in regola con il fisco, o perché sono falliti o perché non hanno potuto pagare l´ultima rata della propria assicurazione. Con casi incredibili di degenti, anche in attesa di un intervento, lasciati in una corsia di ospedale. Il sodalizio medico ha per questo rivolto ieri un appello ai nosocomi di tutta la Grecia, perché si facciano carico del costo di interventi chirurgici e di interventi di ospedalizzazione urgente di questi pazienti che sono a rischio-vita.

Il problema, secondo il presidente George Patoulis è che i casi vengono trattati dagli ospedali quando le condizioni del paziente sono ormai gravi, e dal momento che la legge attualmente in vigore giustifica le spese mediche per i cittadini non assicurati solo in situazioni di emergenza. Quindi addio prevenzione ma anche addio alla semplice verifica preliminare di una diagnosi sospetta. Con la conseguenza che ci si potrebbe trovare presto con un numero altissimo di pazienti già con patologie in stato avanzato, che bussano alla struttura sanitaria di turno, ma trovano porte drammaticamente chiuse. È sufficiente recarsi nelle più grandi cliniche ateniesi per rendersi conto di persona della situazione: donne incinte con gravidanza ad alto rischio, pazienti oncologici affetti da tumori chirurgicamente gestibili in una fase precoce, malati curati solo quando le complicazioni sono questione di vita o di morte, ma anche anziani con cataratta avanzata. E c´è anche un´altra conseguenza oltre a quella sanitaria in quanto gli stessi ospedali, curando pazienti gravi, sarebbero costretti ad un esborso economico maggiore, come ad esempio il caso di una terapia intensiva che ha parametri differenti rispetto ad un normale screening cardiologico.

Una donna 48enne, rivela l´Associazione, presentava sanguinamento nel sistema gastrointestinale e nel corso dell'ultimo trimestre era stata visitata per ben tre volte da uno specialista che le aveva prescritto una colonscopia. La donna, però, era in forti difficoltà economiche e quindi solo la buona volontà del medico (che ha pagato di tasca propria il costoso esame) le ha permesso di giungere finalmente alla diagnosi. L'esame ha infatti rivelato un tumore enorme nel colon, che doveva essere operato con urgenza. Ma ancora la precarietà economica della donna le ha impedito fino ad oggi di affrontare l´intervento. Ecco uno spaccato sociale della crisi greca, fatta di decenni di politiche miopi, di soluzioni affrettate e che non risolvono un problema enorme. Che, forse, meriterebbe altra cura.

E mentre l´ennesimo analista di turno, Marcel Fratser nuovo capo dell'Istituto tedesco di ricerca economica, offre la sua personale ricetta anti crisi: la zona euro, dice alla Deutsche Welle, ha bisogno di allargamento. Varrebbe però la pena, prima di allargare frettolosamente e ulteriormente un contenitore azzoppato, rinforzarlo e ri-strutturarlo in chiave realmente federale. Ma forse da quelle parti non ricordano i moniti in questo senso di due giganti europeisti di nome Altiero Spinelli e Giscard d´Estaing.

Fonte: Formiche del 10/8/12
Twitter @FDepalo

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