martedì 9 aprile 2013

Leaderini o statisti?


Allo stallo indegno della politica italiana, in cui l'intera classe dirigente non dirige né decide mentre imprese e cittadini sono allo stremo, ha risposto il capo dello Stato Giorgio Napolitano invocando lo spirito del 1976. Quando il paese subiva l'onda della crisi petrolifera di tre anni prima, con inflazione e recessione veri e propri spauracchi nazionali. Emergenze interne erano il terrorismo, la lotta armata, con la guerra fredda nel pieno della sua deflagrazione, i blocchi contrapposti, la cortina di ferro che si intravedeva a est. Insomma un caos, lento e farraginoso con all'orizzonte niente altro che lo stallo. In quel contesto, dunque, con Dc e Pci inchiodate ad una sostanziale parità, Aldo Moro propose la terza fase. A cui le Br replicarono come sappiamo, proprio nel giorno in cui il nuovo governo targato Andreotti veniva presentato alle Camere.

Oggi come allora regnano incertezza e apatia decisionale, rischi geopolitici e sterzate del singolo leader. Per questo il nodo sulle parole giunte dal Colle sta tutto lì: se si riferiva al medesimo procedimento politico di trentasette anni fa o se alla stazza di quei leader, capaci di ergersi a statisti lasciando cadere il bozzo di meri segretari di partito. Semplice, no?

twitter@FDepalo

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