sabato 20 settembre 2014

Ecco come i musulmani tedeschi combattono l’Isis

Duemila moschee in tutta la Germania raccolte in preghiera contro lo Stato islamico, al fine di dire “no” alle decapitazioni in Siria e in Iraq. Ecco l’iniziativa lanciata dal presidente del Consiglio centrale dei musulmani in Germania, Aiman ​​Mazyek.
PREGHIERA
Lo scorso venerdì il presidente del Consiglio centrale dei musulmani in GermaniaAiman ​​Mazyek, ha detto alla popolazione musulmana del Paese che non dovrebbero restare immobile circa l’uso improprio della fede islamica. Il riferimento è a quello Stato islamico definito “gruppo di terroristi e assassini della verità” che stanno trascinato l’Islam “nel fango.”

ISLAM DI PACE
Mazyek ha sottolineato che “l‘Islam è una religione di pace”, aggiungendo che il Consiglio vuole “mettere in chiaro che la maggioranza dei musulmani qui in questo Paese e in tutto il mondo pensano e agiscono in modo diverso”. La cosiddetta ‘giornata di lotta’ coinvolge nove grandi manifestazioni nelle città di tutta Germania, tra cui BerlinoStoccardaHannover e Mölln. L’iniziativa religiosa giunge dopo che la Germania ha vietato ogni forma di sostegno ai ribelli dell’Isis in Siria e in Iraq e dopo che molti stati europei, tra cui anche l’Italia, hanno deciso di inviare armi ai combattenti curdi che si stanno scagliando contro le forze Isis.

SOSTEGNO
La campagna avviata dal Consiglio centrale dei musulmani in Germania è stata favorevolmente accolta dal presidente del Consiglio Centrale degli Ebrei in Germania, Dieter Graumann il quale ha osservato, dalle colonne della Deutsche Welle, che “è un bene che le associazioni musulmane stanno mettendo su una lotta contro il terrorismo degli islamisti fanatici”. Inoltre il ministro federale dell’Interno tedesco Thomas de Maiziere è intervenuto ieri in una moschea nei pressi di Hannover, chiedendo uno “scambio di informazioni sui movimenti di viaggio dei jihadisti” e di cooperare al fine di “rilevare il pericolo di diventare giovani radicalizzati.”

TURCHIA
Il ministro Maiziere ha anche sollecitato un contatto più stretto tra la Germania e la Turchia sulla questione dei giovani che diventano radicali, dal momento che la comunità turca nel Paese è molto estesa. Tra l’altro, almeno il 10% dei miliziani Isis proviene dalla Turchia secondo quanto osservato dal settimanale tedesco Die Welt. Al gruppo avrebbero aderito miliziani europei di origine turca giunti da Germania, Francia, Belgio e Austria, scrive Die Welt. Per cui il governo dell’islamico Erdogan è stato accusato più volte dall’opposizione turca e dai curdi-siriani di avere sostenuto in Siria non solo i ribelli sunniti ‘ufficiali’ dell’Els ma anche i gruppi armati jihadisti vicini ad Al Qaida.

PROFUGHI
Ankara ha deciso di aprire le proprie frontiere a centinaia di profughi curdi siriani in fuga dopo la chiusura dei confini a scopo precauzionale. È stato il premier Ahmet Davutoglu ad assicurare di voler dare “assistenza a questa gente: secondo le ultime informazioni sono 4mila” ha detto durante una visita ufficiale in Azerbaigian, aggiungendo che obiettivo della Turchia è “aiutarli entro i limiti delle frontiere siriane”.

NUMERI
Secondo il rappresentante speciale Onu in Irak, Nikolay Mladenov, dallo scorso gennaio in Iraq sono stati colpiti 25 mila civili, di cui almeno 8.500 morti: i numeri sono stati forniti in occasione del Consiglio di Sicurezza Onu. Gli sfollati in Irak sono quasi 2 milioni da gennaio e, solo nelle ultime quattro notti, altre 10 mila persone sono state costrette ad abbandonare le loro abitazioni. Sul punto è intervenuta anche Federica Mogherini, neo commissario europeo agli esteri, secondo cui nella lotta all’Isis serve coinvolgere “tutti gli attori della regione, compreso l’Iran. L’Iran può svolgere un ruolo positivo”.

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