lunedì 8 settembre 2014

Nella battaglia delle sanzioni a guadagnare è soltanto la Cina

Mentre l'Occidente pensa a nuove sanzioni contro Vladimir Putin (con l'Italia che perde vagonate di milioni di euro in export) Pechino va nella direzione opposta e rafforza un matrimonio ormai quasi indissolubile, con milioni di euro in investimenti comuni e scambi di know how che rappresentano i contorni di una nuova e precisa realtà geopolitica su scala mondiale.
Il conglomerato tecnologico Rostec e la più grande società di ingegneria cinese, Sinomach, firmano un accordo preliminare per investire 10 miliardi dollari per la creazione di una società specializzata in progetti di infrastrutture. Il CEO di Rostec, Sergei Chemezov, ha detto che la collaborazione tra le due società spianerebbe la strada alla creazione di una «partnership tecnologica globale». Si tratta dell'ultimo progetto di una lunga serie di iniziative economico commerciali sull'asse Pechino-Mosca, iniziata con l'accordo di fornitura trentennale di gas alla Cina da parte di Mosca. Poi la Russia ha offerto a Pechino una quota delle attività minerarie di Rosneft: valore un miliardo di dollari. La cinese Cnpc ha ottenuto da Mosca il nulla osta verde per l'acquisizone, per cui Vanqor dovrebbe diventare una piattaforma logistica per inviare petrolio in Cina, dopo che dodici mesi fa il colosso russo, che è anche partner di Pirelli in Italia, ha firmato un contratto con Cnpc per esportare oltre 360 milioni di tonnellate di gas in 25 anni. E con un acconto di 17 miliardi dollari.Idrocarburi, tecnologie militari, Ict sono solo alcuni dei campi di un rapporto bidirezionale che, come immediata conseguenza, ha la creazione di un macro continente che detterà legge non solo sulla sponda Pacifica del globo.
Inoltre giorni fa il ministro dello Sviluppo Economico, Alexei Ulyukayev, ha invitato i Paesi asiatici ad incrementare le loro esportazioni alimentari verso la Russia: una via di fuga da parte del Cremlino per ovviare alle sanzioni occidentali, in modo particolare frutta e verdura fresca a cui la Russia risponderà importando noci, carne di manzo, maiale e pollo. Un passaggio legato a doppia mandata al divieto di alimenti provenienti da Usa, Ue, Australia, Canada e Norvegia, attuato da Mosca ad agosto in risposta alle sanzioni occidentali contro l'Ucraina che ha causato l'aumento dei prezzi e l'inflazione in Russia, dal momento che il costo dei beni colpiti dal divieto è sensibilmente aumentato.
Ma non è tutto, perché dopo gas, petrolio e frutta ecco la tecnologia militare a suggellare un feeling stabile e, nelle intenzioni, duraturo: uno dei più importanti dirigenti del governo cinese, Fan Changlong, vice presidente della commissione Cinese militare centrale (Cmc) e Valery Gerasimov, Capo di Stato Maggiore Generale delle Forze Armate della Russia, si sono incontrati una settimana fa per lo sviluppo congiunto delle relazioni tra i due Paesi. Sul tavolo la cooperazione in settori di altissimo livello come esercitazioni congiunte e scambio di know how militare. Primo banco di prova l'intenzione di Pechino di creare un sottomarino supersonico con un pool di scienziati guidato da Fengchen Li, professore presso l'Harbin Institute of Technology, che prende spunto dal progetto russo Torpedo Shkwal, siluro che durante una burrasca raggiunse i 370 chilometri all'ora.
L'obiettivo è non solo rafforzare i «numeri» dei due Paesi, sfruttando il rapporto tra i due capi di Stato, Vladimir Putin e Xi Jinping, ma ampliare in maniera esponenziale la cooperazione per salvaguardare congiuntamente la stabilità della macro area. In questo senso un altro via libera è giunto dalla Shanghai Cooperation Organization (Sco) l'organizzazione politica, economica e militare fondata nel 2001 a Shanghai da parte dei leader di Cina, Kazakistan, Kirghizistan, Russia, Tagikistan e Uzbekistan. Si tratta di un organismo molto attivo non solo sul fronte di crisi come quello ucraino e mediorientale, ma particolarmente attento a disegnare nuove proposte di politiche comuni con Mosca.
E così mentre l'occidente fa a gara a chi ci rimette di più, ecco che dall'altro lato del globo si va verso un blocco asiatico che parte dalla sponda orientale dell'Europa e si spinge fino a Pechino. Prossima mossa la sostituzione dei petrodollari con i petrorubli?

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