giovedì 6 marzo 2008

DIAMOCI UN TAGLIO



Ha poco più di un anno e mezzo di vita, nel corso del quale le istituzioni europee hanno fatto ben poco per contrastarlo. Parliamo del NVD, ("Amore del prossimo, libertà e diversità"), il primo partito dichiaratamente pedofilo. Nato in Olanda ha tra i suoi obiettivi la liberalizzazione della pornografia infantile e i rapporti sessuali fra adulti e bambini. La domanda è: come si può legittimare un movimento che si fonda su un’idea che è considerata palesemente un reato?
"Educare i bambini significa anche abituarli al sesso. Proibire rende i bambini ancora più curiosi", ha dichiarato Ad van den Berg, 62 anni, fondatore del partito. "Vogliamo trasformare la pedofilia un argomento di dibattito". Ora, il fatto che della pedofilia si discuta e si dibatta non rappresenta un elemento di difficoltà, dal momento che, essendo espressamente contemplato come reato, ad esso vengono per fortuna dedicate trasmissioni televisive ed inchieste giornalistiche. Lo scopo del signor van den Berg, forse, non è allora quello di creare dibattito, bensì di cercare legittimazione. Chiedere che venga legittimato un elemento che è considerato reato, non rappresenterebbe dunque un'altra forma di reato?

Nel programma (ammesso che possa definirsi tale) c’è anche la soppressione del Senato, la funzione di primo ministro, la legalizzazione di tutte le droghe, leggere e pesanti, e l'ergastolo per gli omicidi recidivi. E ancora, sì al sesso con gli animali, no ai maltrattamenti e la possibilità di viaggiare sempre gratis in treno per l'intera popolazione: insomma, un’iniziativa che definire deprecabile è riduttivo. Il partito, sul suo sito internet, afferma che chiunque abbia compiuto i sedici anni dovrebbe poter interpretare film porno e che la maggiore età sessuale dovrebbe essere abbassata a dodici anni. "Daremo una svegliata all'Aja!", è l'eloquente slogan che compare sul sito.

Ma ancor più sconvolgente delle suddette dichiarazioni di intenti è il silenzio delle istituzioni: non una voce si è alzata per condannare tale degrado socio-culturale, non un solo intellettuale che abbia definito “spazzatura” tale iniziativa, non un intervento delle varie componenti mondiali, Onu in testa. Forse in questo caso non vi è interesse a concludere la vita di tale partito, forse non c’è abbastanza introito a mettere la parola fine a questo scempio socio-culturale. Assistiamo purtroppo ad una ennesima dimostrazione di totale smarrimento dei valori più elementari, all’interno per giunta di un Paese membro dell’Unione europea.
La politica al servizio della società: una citazione che mai è stata così lontana da un movimento che cerca spazio in un parlamento della nostra Europa.

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