martedì 18 novembre 2008

TORNELLI? NO, GRAZIE CI PENSA L'ASSESSORE

Da "Il Legno Storto" del 18/11/08


Tornelli? No, grazie. Al Comune di Trani in Puglia c’è chi riesce a mettere in riga i fannulloni senza bisogno dei fantomatici strumenti elettronici. L’assessore all’innovazione tecnologica Roberto Visibelli è un mastino peggio di Gattuso, che ha deciso di dare seguito alle continue lamentele dei cittadini stanchi di vedere alcuni impiegati comunali intenti a giocare sul pc dell’ufficio. E allora l’assessore ha tagliato i giochini dai computer degli impiegati: ben 200 i dipendenti del Comune di Trani che non potranno più trastullarsi con i pc negli orari di lavoro, mentre altri 38 sono già finiti sotto inchiesta per aver fatto la spesa durante il proprio turno.

Un giro di vite, non solo utile ma decisivo per riprendere le fila di quel rapporto cittadini/istituzioni spesso dimenticato e logorato. Quante volte abbiamo scritto di ingiustizie a danno dei disabili, di file chilometriche per ottenere il rinnovo della carta di identità, senza che una virgola cambiasse?

L’iniziativa in questione, oltre al fatto di essere lodevole e lungimirante, pone però un altro notevole interrogativo. Se non ci fosse stato l’assessore pignolo la situazione sarebbe cambiata? Il nodo non è di semplice risoluzione, perché apre il dibattito sull’organo di controllo della pubblica amministrazione che deve fare meglio la sua parte. Non tutti sono fannulloni, anzi.

I furbetti si annidano in tutti i settori, ma devono essere stanati con precisione chirurgica senza fare di tutta l’erba un fascio, per non mortificare le categorie che lavorano veramente. Penso agli agenti di Polizia con le volanti rimaste a secco, penso ai magistrati antimafia impegnati in città calde come quelle del Sud spesso a corto anche della semplice carta per le fotocopie, penso ai giornalisti senza rimborsi spese che indagano sui traffici illeciti nei porti campani.

Per questo Visibelli ha mirato a “quei” pc, incaricando il centro elaborazioni dati perché i giochi venissero eliminati e gli accessi ai siti non concernenti l’attività lavorativa bloccati. Ottimo spunto, ottimo (si spera) risultato. Ma giriamo una pagina ed apriamone un’altra. Cosa fare per far rinascere nelle coscienze dei singoli quell’etica e quella dedizione che i nostri nonni ci riportavano una volta in occasione dei loro racconti? Come far germogliare l’appartenenza allo Stato, la consapevolezza che il bene pubblico in quanto tale è di tutti, quindi valorizzarlo acquista un senso per la collettività?

Il tanto criticato ministro Brunetta ha in questo squarciato più di un velo e le sue iniziative credo vadano incentivate intelligentemente, senza contaminazione partitica, ma partendo da un assioma oggettivo, ovvero che più funzionano le cose più i cittadini vivono meglio. Un esempio, al contrario, è dato dalle nuove disposizioni sui parcheggi nel centro di Bari, dove un’ora di sosta costa due euro, ovvero il doppio di quanto costa la medesima ora sul lungo Tevere romano.

Se la matematica non è un’opinione, e non lo è, in questo caso più di qualcuno ha sbagliato i conti. E, di questi tempi, non è poco.

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