Dal “Corriere del Mezzogiorno” dell’1/11/08
Se è vero come è vero che
La nostra regione è stata collocata come un molo naturale nel mare nostrum, sede designata per un vero e proprio faro sull’area balcanica e su quella dei Paesi che, oltre ad affacciarsi sul Mediterraneo, hanno dimostrato nell’ultimo decennio di aspirare a recitare un ruolo non secondario nei rapporti con l’Unione Europea, come Libia, Tunisia, Marocco, Egitto, Cipro, Israele, Turchia.
All’interno di questo quadro d’insieme non va sottovalutato l’elemento di apertura ad est, ovvero il dato che
Nelle aree interessate è prevista anche la costruzione, l'ampliamento o il miglioramento di autostrade, di ferrovie ad alta velocità, di terminal per containers, di cavi ottici per le telecomunicazioni. Insomma, creare e ridare linfa al progetto arioso di Bari centro del Mediterraneo.
Alla luce di tali premesse è ipotizzabile una concezione del tutto nuova della Puglia, non più solo meta gettonatissima del turismo estivo, non più solo scelta sempre più frequente per fine settimana e manifestazioni specifiche nell’ambito di una destagionalizzazione ormai acclarata; si prospetta invece anche una Puglia che aspira a rappresentare un ruolo di attrice protagonista per eventi congressuali di ampia rilevanza, che vertano sulle tematiche inerenti ai Balcani ed all’area mediterranea, per due ragioni.
La prima di carattere logistico: il porto di Bari rappresenta ormai un’entità viva ed evoluta dell’intero panorama adriatico, il che consente il quotidiano arrivo di navi dal Montenegro e dall’Albania, oltre che di tre traghetti moderni dalla Grecia. A ciò si aggiunga il doppio collegamento aereo settimanale con Atene, il che garantisce il raggiungimento della nostra regione in maniera diversificata a seconda delle singole esigenze.
La seconda di carattere geopolitico: all’interno della Fiera del Levante è operativo il Segretariato del Corridoio 8, l’organismo di raccordo con i porti italiani ed europei, senza dimenticare che da sempre la terra di Puglia è stata crocevia di tradizioni e culture, vessillo delle quali è proprio il santo protettore di Bari, quel San Nicola venerato non solo dalla religione cattolica, ma anche da quella ortodossa.
Ed è in virtù di tali ragionamenti che si potrebbe ipotizzare uno scenario del tutto nuovo, moderno e innovativo per il tessuto regionale, ovvero una sorta di Svizzera del Mediterraneo, uno scenario dove dibattere di nuove frontiere commerciali e sociali, un punto di riferimento per le istanze dell’est (penso ad un tavolo di pace per la risoluzione del problema di Cipro) e di quel laboratorio di culture ed aspirazioni che è il Medio Oriente: insomma, una scena vera per una terra ansiosa di ritagliarsi un proprio spazio internazionale.
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