domenica 26 ottobre 2014

Ecco come l’Ucraina (divisa) va al voto


Ecco come l'Ucraina (divisa) va al voto
E’ la partita del gas ad intrecciarsi con l’Ucraina che si appesta ad andare al voto per le elezioni politiche, tranne che in Crimea e nelle zone orientali controllate dai ribelli filorussi, che hanno convocato autonome elezioni per il prossimo 2 novembre. Secondo gli ultimi sondaggi in Parlamento ci saranno al massimo sette partiti, a maggioranza filo occidentale. Ma non sono escluse sorprese nazionaliste. Favorito resta Poroshenko, poi il Partito Radicale e al terzo posto il “Fronte Popolare” di Yatsenyuk.
URNE
Aperti 213 collegi elettorali per eleggere 450 deputati, 225 su liste di partito e 225 a collegi uninominali. Tuttavia, in base alla legge sullo status dei territori temporaneamente occupati, le elezioni non si terranno in Crimea e Sebastopoli, in cui si trovano 12 collegi uninominali. Così le elezioni non si svolgeranno in 27 dei 225 collegi elettorali, e al massimo 198 deputati potrebbero essere eletti in collegi uninominali. In tutto al massimo 423 deputati potrebbero essere eletti con un sistema proporzionale misto.

BLOCCO POROSHENKO
Il cosiddetto “Blocco Poroshenko” è l’alleanza costituita dal presidente eletto a maggio PetroPoroshenko e dal sindaco di Kiev, l’ex pugile Vitaly Klitschko. Secondo gli ultimi sondaggi tale alleanza è data al 30% mentre staccatissimo il Partito radicale di Oleg Lyashko, populista antirusso (dato tra il 10 e il 12%), terzo ma a pochissima distanza il Fronte Popolare (10-11%) ePatria (9-10%). In evidenza Samopomich del sindaco di Leopoli Andrei Sadovy (7-8%) e il Blocco di opposizione di Sergei Liovochkin (6-8%).

DOVHYI
Il nome nuovo è l’ex segretario del consiglio comunale di Kiev, Oles Dovhyi, nella regione centrale di Kirovohrad. I suoi detrattori lo dipingono come l’autore di numerosi accordi di corruzione circa la vendita di terreni comunali. Aveva tentato l’avventura elettorale già due anni fa ma non vi riuscì proprio per le ombre penali. Lo accusano inoltre di voler centrare l’elezione proprio per ottenere l’immunità parlamentare.

PROMESSE
In una dichiarazione alla vigilia del voto Poroshenko ha detto che “è tempo per completare un reset completo del potere, non ho abbastanza volontà politica per attuare la strategia messa a punto delle riforme ma ho anche bisogno della maggioranza in Parlamento: pro-ucraina ed europeista, non filo-sovietica”. Secondo alcuni analisti però il partito di Poroshenko non si aspetta di sfondare al primo turno, per cui sarebbero già partite le trattative per immaginare una coalizione con uno o più partiti di minoranza.

SCENARI
Le manovre più significative dovrebbero riguardare i membri del partito di Yanukovich nelle Regioni (che ha tenuto la maggior parte dei consenti fino a quando è fuggito) e l’opposizione Block e Strong Ucraina. Ma un ruolo lo giocheranno sicuramente anche Patria, guidata dall’ex primo ministro Yulia Tymoshenko e Fronte Popolare, guidato dall’attuale primo ministro, ArseniyYatsenyuk.

LESHCHENKO
“Vorremmo distruggere il vecchio establishment politico dall’interno e le regole della vecchia classe politica”, ha detto il candidato Leshchenko al New York Times. “Se non facciamo questo, chi lo farà?”. E ancora: “Il partito non è una pasticceria. Il partito è un’istituzione, che riflette la società. Sono grato a Poroshenko perché ha creato questa competizione interna”.

twitter@FDepalo

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