mercoledì 1 ottobre 2014

Perché la stampa americana critica la sicurezza della Casa Bianca

Bufera negli Usa, dove i membri del Congresso hanno dichiarato di aver perso la fiducia nei Servizi incaricati di proteggere il presidente Barack Obama e la sua famiglia e sollevato seri dubbi che Julia Pierson, il direttore dell’agenzia, sia la persona giusta per affrontare quelli che chiamano “problemi sistemici”. E’ iniziata una rivoluzione prima della scadenza elettorale?
L’ANALISI
“Rimprovero ai Servizi segreti” titola il New York Times, mettendo l’accento sulla mancanza di sicurezza emersa dopo le tre ore di interrogatorio da parte dei membri della commissione (ecco il video) che hanno chiesto in coro un’indagine indipendente dal momento che tale condotta “stava mettendo in pericolo le stesse persone che si è giurato di proteggere”.
IL SOTTOCOMITATO
Jason Chaffetz è a capo di un sottocomitato di Capitol Hill che sovrintende i Servizi segreti, e alWashington Post ha confermato i dettagli di un altro caso scottante che ha visto protagonista un criminale che si è trovato in ascensore con il presidente Obama. “Hai un criminale condannato che ha a portata di mano il presidente e non hai fatto un controllo dei suoi precedenti?”, si è chiesto Chaffetz. “Queste parole – aggiunge – non sono abbastanza forti per l’indignazione che provo per la sicurezza del presidente e della sua famiglia”.
VITA A RISCHIO
“La vita di Obama è a rischio” scrive Politico.com secondo cui “qualcosa di marcio c’è nei Servizi segreti”. Il riferimento secondo l’analisi di Ronald Kessler (ex giornalista investigativo delWashington Post e del Wsj e autore del pamphlet “The Particolare First Family“) è ad una serie di interrogativi ancora senza risposta. Perché, si chiede, un ufficiale in uniforme della Divisione Servizi Segreti, l’unità che gestisce la sicurezza alla Casa Bianca, ha segnalato spari acustici? Perché agenti in uniforme dovrebbero lasciar entrare alla Casa Bianca Michaele e Tareq Salahi in una cena di Stato quando sapevano che non erano sulla lista degli invitati? Perché i funzionari e gli agenti in divisa non riescono a prendere un intruso che ha corso nella Casa Bianca con un coltello e avrebbe potuto essere armato di esplosivo o armi di distruzione di massa?”
MOLTI IMBARAZZI
La reputazione dei Servizi è minata da imbarazzi, osserva la Reuters anche se il blogger Jack Shafer richiama l’attenzione sull’eco che i media daranno ai singoli casi. E punta l’indice sui pasticci burocratici “che dureranno molto a lungo, una volta che gli addetti ai lavori inizieranno l’anonima diffusione di sporcizia alla stampa”.
CHI E’
La signora Pierson, nominata da Obama nel marzo 2013, è un veterano con alle spalle trenta anni di attività all’interno dei Servizi americani ed è stata la prima donna a ricoprire quell’incarico dirigenziale alla Casa Bianca. Ha iniziato a prestare servizio al dipartimento di Polizia di Orlando come uno dei primi ufficiali OPD femminili e nel 1984 è diventata agente speciale nel Field Office di Miami. Ha partecipato alla protezione presidenziale di George Bush senior, Bill Clinton e George W. Bush.
QUATTRO CASI
Quattro i casi più significativi di violazione della Casa Bianca. Lo scorso 19 settembre, armato di un coltello, Omar J. Gonzalez è riuscito a saltare la recinzione con uno sprint di 70 metri degno di un velocista. Penetrato nella porta anteriore ha sopraffatto un agente dei Servizi segreti ed è corso nella sala del cerimoniale East Room dove è stato fermato un attimo prima di entrare nella Green Room. L’11 novembre del 2011 invece alcuni proiettili sono stati sparati contro la residenza, distruggendo una finestra e provocando oltre 100mila dollari di danni. Il 24 novembre del 2009 Michaele e Tareq Salahi, una coppia di sposi che aspiravano a essere presenti in “The Real Housewives of DC,” erano riusciti a superare i punti di controllo dei Servizi segreti per la prima cena di Stato del presidente Obama senza essere sulla lista degli invitati. La coppia è stata fotografata mentre incontrava tranquillamente il presidente e il suo vice.

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