lunedì 18 febbraio 2013

Cipro sceglie l'Europa di Angela e del rigore. Ma sarà ballottaggio con l'incognita Lillikas



Un voto per l'Europa e per il rigore merkeliano quello che domenica scorsa i cittadini ciprioti hanno consegnato alle urne, anche se sarà necessario attendere il ballottaggio tra cinque giorni per conoscere chi la spunterà tra il conservatore filo berlinese Nikos Anastasiadis e Stavros Malas candidato della sinistra. Che al primo turno hanno guadagnato rispettivamente il 45,46% e il 27%. Con ben il 25% dei consensi incassati dal candidato indipendente Lillikas, vero ago della bilancia per il risultato finale. Cipro chiude l'era dell'ultimo presidente comunista, il rosso Dimitri Chriostofias bersaglio di un fallito attentato poco prima di Natale, con un'affluenza dell'82% (6,5% in meno rispetto alla gara 2008, ma superiore a quella parlamentare 2011) ma soprattutto con numeri da brividi: troika già all'opera per il memorandum in stile Grecia, disoccupati record, a dicembre 41.625 rispetto ai 39.522 di novembre e ai 32.895 del dicembre 2011. Con le lacrime del premier nella conferenza stampa che ha chiuso il suo mandato e, pare, la sua carriera politica lo scorso 7 dicembre, per poi affermare di essere amareggiato per l’odio ideologico di cui è stato vittima: qualcuno infatti si è addirittura spinto a definirlo un assassino. Sono gli stessi – ha osservato – che hanno anche parlato con disprezzo della sua famiglia, del presidente figlio di una lavandaia asceso al gotha della politica cipriota. «Le mie origini – disse in quell'occasione – sono il mio onore e il mio orgoglio». Per chiudere, infine, con un preciso atto di accusa: «I veri colpevoli della crisi finanziaria dell’isola sono le banche, le grandi aziende e l'autorità di vigilanza competente, la direzione precedente della Banca centrale di Cipro».

Ma cosa attende il nuovo presidente? In primis la negoziazione di un piano di austherity dal momento che già le tre principali banche dell'isola (ancora occupata da 50mila militari turchi dal 1974) sono in apnea. La gestione di giacimenti di gas naturale al largo dell'isola, i profitti attesi che ammontano a decine di miliardi di euro in virtù di un accordo di massima già siglato con Israele, ma con le consuete intromissioni di Ankara che si è addirittura spinta a minacciare grandi aziende internazionali se dovessero collaborare con l'asse Nicosia-Tel Aviv, senza che l'Ue abbia mosso un dito. E l'atavica questione della divisione dell'isola, con lo stato cipriota membro dell'Ue contrastato dalla parte turco-cipriota autoproclamatasi e riconosciuta solo da Ankara su cui gli sforzi sin qui compiuti non hanno prodotto risultati, eccezion fatta per il piano Annan bocciato dal referendum in quanto estremamente vantaggioso solo per i turchi.

Dunque sarà ballottaggio. Da un lato Nikos Anastasiadis, membro fondatore della Gioventù democratica, deputato dal 1981, leader politico del partito conservatore. Una delle sue proposte riguarda la trasformazione della Guardia nazionale in un'organizzazione semi-professionale dell'esercito: in tal modo, solo una percentuale minima del Pil verrebbe investita nella Difesa, in favore di istruzione e agricoltura. Circa il problema dell'invasione turca è stato il più fervente sostenitore del piano Annan, anche se la grande maggioranza (61%) del suo partito votò contro. È sostenuto anche dal Partito democratico cipriota e dagli ambientalisti. E dall'altro Stavros Malas, figlio di Dennis, combattente e stretto collaboratore dell'arcivescovo Makarios, laureato a Londra in Genetica, già ministro della Salute: oggi candidato indipendente con l'appoggio di Akel, il Partito progressista del popolo lavoratore. Propone la riunificazione dei territori ciprioti, mentre in tema di lavoro si oppone ad austerità e prescrizioni neoliberali per difendere invece il settore pubblico, le cooperative, i diritti e le conquiste sindacali. Nel mezzo il 25% di Iorgos Lillikas, fondatore assieme alla moglie Barbara della società Marketway (che ha lasciato nel 2003 quando è stato nominato ministro degli Esteri sotto il "democristiano" Papadopulos), oggi propone la salvaguardia del settore sanitario pubblico, il miglioramento della qualità dei servizi sanitari, riducendo i costi, e la creazione di un’agenzia assicurativa centrale. Per quanto riguarda la corruzione si è distinto per una proposta interessante che farà discutere: l'estensione della responsabilità a chiunque gestisca il denaro pubblico. 

Sullo sfondo una terra martoriata da trent'anni di razzie, con i militari turchi che hanno distrutto luoghi di culto non musulmani (chiese cristiane, ortodosse, maronite, ebraiche), con resort a cinque stelle e bordelli edificati su i resti di cattedrali e cimiteri dall'inestimabile valore culturale e religioso. E che oggi deve fare i conti anche con il contagio ellenico a cui Vladimir Putin si era offerto di riparare con 2,7 miliardi di euro in contanti. Ma a cui l'Europa ha detto “no, grazie”.

Twitter@FDepalo

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