mercoledì 27 marzo 2013

E se a Cipro i conti della Troika non tornassero?


La notizia dell’accordo sul 40% come percentuale di haircut per i depositi superiori ai 100mila euro non muta di un virgola gli scenari che si stanno già minacciosamente aprendo dopo il memorandum “salva Cipro”, che qualcuno ha ribattezzato “ammazza Pigs”. Al di là di chi presta i soldi a chi e, soprattutto, di come evolverà (o peggiorerà) il panorama geopolitico che corre sul triangolo del gas Berlino-Mosca-Ankara, nessuno fino ad oggi si è interrogato realmente su un punto fondamentale: cosa accadrebbe se si dovesse ottenere meno dei 5,8 miliardi richiesti dalla troika? O se si scoprisse che i depositi preventivati su cui applicare il taglio sono inferiori alle aspettative? A quel punto da dove si prenderebbero i danari che la troika chiede per sbloccare la tranche da dieci miliardi di euro?

Il debito pubblico degli europei

Oggi l’Economist, nel descrivere il provvedimento, certifica come Cipro sia il quarto Paese (o quinto, se si calcola l’assistenza alle banche spagnole) che si indebita con l’Unione. E calcola che, secondo i dati proporzionati alla popolazione di ogni Paese, ogni cittadino greco deve ai creditori 21.657, ogni spagnolo 2.170, ogni portoghese 7.306, ogni irlandese 14.989 e ogni cipriota 12.500 euro. Singolare che i cittadini di Cipro debbano contribuire per la metà dei greci, nonostante attendano 10 miliardi (e non i 250 inviati ad Atene), anche se contano una popolazione di sole solo 700mila unità, rispetto agli undici milioni di ellenici.

La boutade di Dijsselboem

Per cui non si può che definire pericolosa la boutade a borse aperte (poi smentita a borse chiuse) del leader dell’Eurogruppo Dijsselboem sul modello Cipro “standard” da esportare anche in occasione di altre crisi, che segue il conteggio del manager della Commerzbank che qualche giorno fa guardava con insistenza anche ai conti correnti italiani.

Le parole di Juncker
Oggi ci pensa il suo predecessore Juncker a fare un po’ di chiarezza. In un’intervista all’emittente tedesca Phoenix, Juncker ha elogiato gli Stati membri per l’accordo finale ma ha osservato che “è importante che abbiamo messo in chiaro che i membri dell’euro rimangono uniti e nessuno lascia”. Aggiungendo che la soluzione trovata prevede “sacrifici notevoli per i ciprioti stessi”, e concorda sul fatto che Cipro deve cambiare l’economia e ricostruire il sistema bancario, senza dimenticare che “è dovere dell’Unione offrire assistenza a Cipro in aiuti diretti”.

In arrivo la modifica della garanzia sui depositi assicurati?

Forse per questo il commissario europeo al mercato interno, Michel Barnier, ammette di non escludere la modifica alla direttiva Ue sulla garanzia dei depositi per meno di 100.000 euro, anche per consentirne l’utilizzo per i salvataggi bancari futuri. Choccando con queste parole tutti, tranne chi nella troika fin dall’inizio non ha scommesso un solo euro.

Fonte: Formiche del 26/3/13
twitter@FDepalo

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