sabato 1 novembre 2014

Tregua sul gas per liberarsi di Mosca

C'è proprio tutto nell'accordo sul gas raggiunto tra Kiev, Mosca e l'Unione Europea. Il dato economico, con la garanzia del Fmi all'Ucraina per non interrompere le forniture in Europa; il dato politico con un nuovo capitolo, «più costruttivo nei rapporti di gas tra Ue, Russia e Ucraina» ( copyright Gazprom); e quello geopolitico con le manovre generalizzate per affrancarsi dal gas russo, si veda alla voce energie alternative e soprattutto gasdotto Tap.
Secondo i termini dell'accordo sono circa 4,6 i miliardi di dollari che saldano il pagamento del debito ucraino a Mosca per le forniture di gas da oggi sino al prossimo marzo. I debiti pregressi da 3,1 miliardi verranno onorati in due rate: una da 1,45 miliardi che Kiev pagherà oggi e la seconda da 1,65 miliardi entro il prossimo 31 dicembre. A garantire i pagamenti di Kiev ecco un fondo da 3,1 miliardi stanziato dal Fmi, tramite l'intermediazione di Günther Oettinger, commissario europeo dell'energia uscente. Per le future forniture extra debito pregresso, invece, ci penseranno i finanziamenti già previsti dai programmi di assistenza finanziaria Fmi­Ue, a cui se ne aggiungerà un terzo nel corso del 2015. Gazprom, a sua volta, si astiene dal ricorrere ad una clausola contrattuale «take­or­pay» fino alla fine di marzo.
La clausola prevede che l'Ucraina paghi una penale in caso richieda minor gas rispetto a quello indicato nel contratto iniziale. Un'accelerazione all'accordo è stata impressa dalla buona volontà mostrata da Gazprom il cui Ceo, Alexei Miller, aveva assicurato un attimo prima della ripresa dei negoziati, che se l'intesa fosse stata firmata «allora ci si può aspettare che tutti gli accordi trilaterali saranno siglati». Un passaggio propedeutico ad un rasserenamento anche politico del caso ucraino, come la stessa Commissione Europea aveva osservato, dal momento che con l'accordo «è molto verosimile che si verifichino conseguenze politiche positive» sulla crisi in Ucraina. Poche ore prima dell'accordo Miller aveva detto all'emittente televisiva Rossiya 24 che Gazprom avrebbe riavviato il flusso di gas non appena Kiev avesse risolto il nodo dei debiti pregressi e dei pre­pagamenti di novembre.
Il Cremlino ha accolto con favore l'accordo come «un passo importante nel contesto di garantire ulteriormente il transito del gas verso l'Europa senza interruzioni». L'Ue riceve circa un terzo del suo gas dalla Russia e circa la metà di quello viene convogliata proprio attraverso l'Ucraina. Primo a commentare l'accordo, l'ex presidente della Commissione Europea Jose Manuel Barroso: auspica che «l'intesa sul gas faccia crescere la fiducia reciproca» tra Mosca e Kiev. Un accordo che «garantisce la sicurezza energetica dell'Ucraina e dei nostri paesi» cui ora deve seguire, come priorità, l'attuazione dell'accordo di Minsk.
I numeri di Gazprom dicono che le forniture massime giornaliere saranno pari a 114 milioni di metri cubi sotto l'accordo per la fornitura di 2 miliardi di metri cubi al mese per novembre e dicembre. Secondo quanto specificato da Mosca il prezzo riflette uno sconto di 100 dollari rispetto ai precedenti accordi come da decisione del governo che la approverà ufficialmente oggi. L'accordo porta con sé una coda giudiziaria, lasciando al tribunale arbitrale di Stoccolma la pronuncia sull'entità del debito ucraino: se di 3,1 miliardi dollari, come già messo in deposito a garanzia da Kiev, o se da 5,3 miliardi dollari come sostiene Mosca. Dal canto suo l'Ue annuncia il massimo impegno «per facilitare l'attuazione dell'accordo raggiunto» come conferma una nota congiunta di Francois Hollande e Angela Merkel dopo aver fatto il punto della situazione con i presidenti Vladimir Putin e Petro Poroshenko: i quattro leader hanno messo la parola fine, almeno per ora, al rischio gelo e ipotecato una soluzione alla fornitura del gas in attesa che il futuro dica quali sono i vantaggi (e gli svantaggi) previsti dal Tap.

Nessun commento: