Da Mondo Greco del 20/05/09
Dunque, i cittadini ellenici hanno votato, in un sondaggio lanciato negli ultimi dodici mesi dall`emittente televisiva Skai, il greco piu`grande di tutti i tempi, e le soprese non sono mancate. Al primo posto il condottiero Alessandro Magno, grande figura carismatica e militare, primo a spingersi in quell`oriente cosi`diverso per cultura e costumi dalla madre patria greca.
Subito dopo il prof. Giorgios Papanikolaou, inventore del famoso pap-test per la diagnosi del cancro all`utero. Al terzo posto Teodoros Kolokotronis, che guido`la lotta di indipendenza contro l`invasore turco. Solo quarto Socrate, quinto Platone. Fuori dai dieci Aristotele.
Al di la`di personali scelte e di soggettive simpatie e valutazioni piu`o meno legate al gradimento, un elemento sconcerta sopra tutti: l`assenza sul ‘podio’ di personaggi legati alla filosofia ed alla cultura classica che tutto il mondo indivia e accosta direttamente e senza indugi alla Grecia. Che significa, che il popolo ellenico (moderno) ha preferito innalzare una corona di alloro a chi, avendo comunque e meritatamente lasciato un segno indissolubile nella storia, ha fondato il proprio personale impegno sulla guerra (Alessandro Magno) e sulla scienza (Papanikolaou)? Non solo, direi, dal momento che le motivazioni vertono forse su piu`piani differenti.
Innanzitutto questo sondaggio offre uno spaccato attuale e fortemente significativo della societa`greca di oggi, debole e preda di facili emozioni, a causa delle quali smarrisce forse il senso della storia e le sue implicazioni nel tempo. La figura di Alessandro Magno non ha quasi avuto eguali per la vastita`delle sue conquiste, esso e`un dato inconfutabile, al pari della grandissima opera del medico nato nel 1883 il cui viso era stampato anche sulle vecchie banconote da diecimila dracme. Il punto e`che, per quanto determinanti e fondanti siano stati i contributi dei suddetti personaggi, appare quantomeno riduttivo confinare il pensatore, il filosofo, la pietra miliare delle menti elleniche, ovvero Socrate, cosi`lontano dalla vetta. E a nulla valgono le giustificazioni sul fatto che in molti programmi scolastici la figura del pensatore non sia approfondita accuramente, dal momento che appartiene al Dna della nazione.
Il padre fondatore dell`etica o filosofia morale, figlio di uno scultore e di una levatrice, sanci`la nascita di quel modo di pensare che avrebbe portato alla riflessione razionale ed astratta. Investigando e ricercando, mostro`l`insufficienza della classe dirigente di allora, dialogando con tutti quelli che erano definiti sapienti. Senza dimenticare il ‘conosci te stesso’, dove il significato era da ricercare nell`analisi dei limiti personali di ognuno, senza presumere di essere di piu`.
Senza voler in questa sede effettuare un panegirico (tanto per rimenere in tema) del grande pensatore nato nel 469 a.c. e che fu sposato con Santippe, appare evidente come la societa`di oggi, che vive e lavora in quella terra che diede le origini a grandi filosofi e letterati (non compaiono in questa top ten, solo per fare qualche nome, Erodoto, Aristotele, Eraclito, Leonida, Achille, Omero, Aristofane, Parmenide) non ne conosce realmente la portata storica mondiale, che invero pare sia piu`apprezzata e riconosciuta all`estero, piuttosto che in Patria.
Tale sondaggio, per quanto possa apparire un episodio legato a gusti personali e a inclinazioni sociali quantomeno discutibili, come lo epitetavano alcune trasmissioni televisive greche di questi giorni, rappresenta la drammatica fotografia della ‘kinonia’ odierna, alla quale contribuisce la cittadinanza e la classe politica. La prima e’sempre piu`preda di falsi miti (si veda il numero di ore televisive dedicate all`Eurovision, spropositate rispetto ad una programmazione, ad esempio, di approfondimento giornalistico o di inchiesta), intenta a trastullarsi per ore intere ai cafenia, sovente all`oscuro di quali capisaldi della civilta`proprio la Grecia abbia prodotto.
La classe dirigente, invece, si e`smarrita in improduttive fasi alterne di cronica mancanza di certezze, di una programmazione lungimirante, di un`assenza drammatica di riforme strutturali in mancanza delle quali il paese sconta piu`di altri la catastrofica crisi economica, contro la quale appaiono soluzioni placebo l`insieme delle misure adottate nell`ultimo semestre. Semplicemente perche`non concorreranno ne`finanziamenti e ne`prestiti alla soluzione di questo tsunami mondiale, ma servira`un ripensamento complessivo della societa`in se`, nell`intimo dell`educazione civica di ognuno, dall`ultimo degli spazzini al primo dei ministri.
Nella consapevolezza che la culla della civilta`, quella Grecia che e`stata alfa della filosofia, della medicina, della scienza, della guerra, quel mondo che insomma e`stato il `pan`, non e`accettabile che oggi sia ridotto a un cumulo di scalmanati che lanciano bombe, o a miseri scandali che infangano il quotidiano, o a stuole di giovani che popolano i caffe`, senza rendersi conto che il resto del mondo ha messo la freccia, vedi Cina e India, e sta tentando il sorpasso. Riuscendoci.
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