« Una grande coscienza e voce civile del Paese », un rappresentante di ‘quei’ valori civici. L`epiteto che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha rivolto alla figura di Leonardo Sciascia in occasione della sua visita a Racalmuto, testimonia la stima e la considerazione verso una voce libera e vivace, focalizzandone il pregio dell`etica con il preciso riferimento a La scomparsa di Majorana.
Visitando la sede della Fondazione Sciascia, il Capo dello Stato ha operato una sorta di pellegrinaggio in luoghi e ricordi non solo dello scrittore ma anche personali. L‘occasione e`una lettera che Napolitano invio’ all`autore il 5 marzo del ’75, all`indomani della polemica sulla teoria circa la scomparsa del fisico italiano allievo di Enrico Fermi, nella quale esprimeva « grande interesse e adesione, oltre che vero godimento » per la lettura del volume.
Ma e` il fattore etico che e’stato rimarcato piu`degli altri in quella Sicilia della ragione, dove ogni passo era ricamato da sagge e profonde menti, rari esempi di sensibilita` artistica, di cui Sciascia ha lasciato ampie testimonianze. « Ce ne ricorderemo di questo pianeta », rifletteva, concentrando i propri sforzi sull`indagine di quella piazza isolana, si`ebbra di contraddizioni ed ambiguita` (si veda La corda pazza 1970) ma anche capace di contenere al suo interno la forza razionalizzante di una terra che e’stata al centro degli studi di Sciascia, si puo`dire, senza sosta.
Quella coscienza e quella voce civile del Paese (che ha firmato tra gli altri l’Affaire Moro, Nero su nero, Il Contesto, I pugnalatori,) ha segnato un punto di riferimento vero e veritiero circa un modo di condurre indagini e analisi, circa una visione d’insieme della sicilitudine, apprezzata in un legame intenso che Sciascia aveva con Pirandello, il quale fra le righe di Berretto a sonagli, cogitava sul fatto che ogni uomo possiede nella propria mente tre corde di orologio : una civile, una seria ed una pazza.
Nel 1975 pubblico` La scomparsa di Majorana, ovvero una ricerca teorizzata sulla scomparsa del fisico siciliano avvenuta nel 1938, che lo stesso Enrico Fermi paragonava per genialita` e spirito intuitivo a Newton o Galilei.
Sciascia fondo`il suo romanzo sulla retromarcia etica che Majorana innesto`, basata su una volontaria e consapevole fuga dal mondo e dai possibili e terribli sviluppi della tecnologia, con esplicito riferimento alla bomba atomica. Uno scenario nel quale ancora una volta la Sicilia con i suoi ermetismi, non rappresentava certo solo una semplice cornice ambientale, ma era parte integrante di quelle scelte e di quei ragionamenti, un minimo comun denominatore socio-culturale onnipresente. Sciascia e`probabile che in Majorana individuasse il senso di indipendenza dell`individuo, padrone del proprio agire e della propria mente, libero di effettuare le proprie scelte anche in antitesi rispetto a richieste o aspirazioni degli altri individui.
« Credo sia giusto e necessario risollevare con forza in tutte le forme- scriveva di suo pugno Giorgio Napolitano in quella missiva ritrovata da un nipote dello scrittore, Vito Catalano - la questione della responsabilita`dello scienziato,oltre che delle classi dirigenti, dei poteri pubblici e delle diverse forze sociali, per l`orientamento della scienza e per l`uso delle sue conquiste ». Ovvero quel rapporto tra ricerca scientifica e potere che Brecht illustrava nella commeda Vita di Galileo (1938), con particolare riferimento alla sottile linea che intercorre tra cultura nascente e cultura governativa.
Napolitano sentiva quindi il bisogno di « dover richiamare i rischi di regressione che la rivoluzione tecnico-scientifica comporta in assenza di un controllo sociale sullo sviluppo », maturando l`esigenza di dover necessariamente provvedere ad una « regolazione consapevole, nell`interesse della collettivita` ». Due accenni, diretti ed inequivocabili ad altrettanti concetti fondanti e attualissimi, ovvero quel controllo sociale che impedisca stravolgimenti e storture, e soprattutto una visione improntata all`interesse comune piuttosto che del singolo.
Una lezione di democrazia, approfondita e raffinata, datata piu`di trent`ani fa che oggi sarebbe utile tenere bene a mente allorquando le differenti sfide del quotidiano impongono scelte e valutazioni. Per la collettivita`.
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