lunedì 12 dicembre 2011

Gli isterismi di oggi? Solo roba da irresponsabili

Troppo facile ora. Troppo facile estremizzare i risentimenti, alzare i toni della protesta, chiamare a raccolta le folle, pompare adrenalina in un tessuto sociale provato dal sacrificio che dovrà, comunque, compiere. Anzi, che già sta compiendo. Perché vorrebbe dire evitare di rattoppare un buco che piaccia o meno esiste e che si sta allargando, mandare tutto all’aria, aggiungere isterismo a una situazione già complessa. Con le conseguenze sotto gli occhi di tutti, a partire dai proiettili inviati al ministro Severino e al sindaco Alemanno. Ma senza dimenticare il pacco bomba contro la sede di Equitalia, o le mille pulsioni che stanno covando pericolosamente sotto il paese. E che tutti dovrebbero contribuire a rasserenare. Questo non significa voler ignorare colposamente dati e numeri. Certo che i tagli e le misure sono incisivamente rilevanti sulla qualità della vita dei cittadini italiani, ignorarlo sarebbe da stupidi. Ma la logica deve essere quella di interventi temporanei per restituire dignità alla democrazia del paese e ai suoi conti. Per queste ragioni non è condivisibile l’atteggiamento di chi incendia le folle e non tranquillizza gli animi.
Ma come, proprio ora che la politica italiana si è faticosamente tolta l'elmetto, grazie a un governo misurato e non barricadero, con pochi annunci ma azioni mirate e ovviamente migliorabili, quell'elmetto lo indossano i cittadini? Invece questo sia il momento di tranquillizzare l’intero panorama sociale, perché non avrebbe senso durante una guerra, come l’attuale crisi economica nei fatti è, contribuire a far scoppiare altre battaglie intestine. Una contingenza controproducente che toglierebbe energie per attuare le misure che l’Europa ci chiede.

E allora, senza per questo voler sminuire i disagi e le sperequazioni sociali che ci sono e si sentono a tutti i livelli, l’invito è di non forzare. Con le parole, con gli slogan, con i gesti: per tentare una pacificazione vera, un clima in cui sia possibile traghettare il paese fuori dalle secche della crisi.

Fonte: ilfuturista.it di oggi

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