lunedì 24 settembre 2012

Se l'Europa rinascesse dalle Termopili...


Un gabinetto di crisi per ri-trovare l’Unione perduta, che nascerà lì dove la storia ha lasciato segni indelebili e dove oggi l’uomo sta mortificando quel senso intimo e unico di condivisione. E se dalle Termopili venisse nuova linfa per il continente in affanno? Se proprio da quel luogo, dove nel 1500 a.C. vi fu il primo tentativo di unire le varie anime elleniche e dove nell’agosto del 480 a.C. una pagina di eroismo venne scritta da Leonida e dai suoi spartiati, partisse un nuovo viaggio di rinascita, culturale e sociale prima che economica e politica, di una pangea immobile e sempre più preda di isterismi diffusi e di meccanismi farraginosi? Nell’antica Grecia le Amfiktiones, organizzazioni sovranazionali originariamente fatte nascere nel centro esatto del paese dove si svolse la battaglia delle Termopili, (nell’attuale comune di Lamia) erano un specie di prove generali dell’Unione europea. Un gran consiglio a cui facevano riferimento le città- stato per trovare soluzioni ai conflitti e dove l’ultima opzione era rappresentata dalla guerra, in quanto si perseguiva in primis la pace e la convivenza fra diversi. In quel luogo si forgiò la prima forma di unione continentale, originaria di questo lembo di Ellade, composta da dodici razze ognuna delle quali era dislocata in più di una città, come si evince da un pregevole volume dello storico Efthimios Christopoulos intitolato "Amfiktiones".

Quello stimolo, con i riverberi della crisi andata in scena oggi, rinasce nello stesso sito. Dove verrà costruito un polo per il dialogo interculturale mondiale finanziato dall’Ue, che sarà collegato a quello già esistente a Delfi nell’ambito di un progetto di cooperazione mondiale. Ma facciamo un passo indietro. La più significativa di quelle organizzazioni era proprio la Amfiktionia delle Termopili, realizzata esattamente nel 1522 a.C. da Amfiktione, figlio di Defkaliona e Pirra, allo scopo di salvare il popolo greco dal doppio pericolo rappresentato dai conquistatori stranieri e dalle guerre civili che avrebbero spopolato le città. In quell’organizzazione vi erano dodici città-stato che si riunivano due volte all’anno: in una prima occasione autunnale nel tempio Amfiktiona Demetra di Anthili, proprio nella piana delle Termopili e in primavera nel tempio di Apollo a Delfi. Ogni città-stato inviata due rappresentanti denominati pilaghires, chiamati così perché parlavano alla gente volgendo le spalle alle piles, ovvero alle porte delle città. Questo sito che si trova nella regione greca della Fthiotida, al centro esatto del paese, venne scoperto nel 1937 dall’archeologo francese Bequignon, assieme al tempio di Demetra e allo Stadio. In virtù del contributo offerto dall’Amfiktionia delle Termopili i cittadini greci vennero sostenuti nel comporre un quadro unitario, nonostante le fortissime differenze politiche presenti, come ad esempio quelle note tra Sparta e Atene. Un’istituzione con nel proprio dna ideale le stesse caratteristiche basilari oggi riscontrabili nelle varie istituzioni sovranazionali, ovvero: si raccordavano con città-stato indipendenti, come gli attuali stati membri dell’Ue; mettevano in pratica il dettato dei filosofi che vedeva al primo posto la pace, obiettivo che tutti gli aderenti dovevano perseguire, come l’attuale dichiarazione universale dei diritti dell’uomo; prendevano in considerazione l’utilizzo della forza solo come un’estrema ratio e al termine di lunghe discussioni, come ad esempio fatto dall’Onu in occasione di dossier scottanti (si veda più o meno ufficialmente alla voce Kosovo, Afghanistan, Iraq, Libia).

Oltre a dirimere tematiche spiccatamente politiche, le Amfiktiones si proponevano di trovare soluzioni anche a questioni diciamo più di carattere personale, come gli stati di ansia e di timore tra i cittadini o il senso di diffidenza che una comunità nutriva nei confronti di un’altra. Realizzando di fatto e con più di tremila anni di anticipo rispetto alle evoluzioni dei giorni nostri, una sorta di luogo permanente di proto ecumenismo. Attualissimo, oggi, in cui una guerra, anzi “la” guerra c’è e si vede, con morti ammazzati per le strade dei paesi euromediterranei che soffrono la crisi come non mai. Quella “chora planetaria” che verrà realizzata nella piana delle Termopili sia dunque l’occasione per ri-pensare l’Unione e farlo in chiave veramente solidale. Senza primi della classe e somari, ma con giustizia sociale, con equità, con intelligenza e senza che il più forte schiacci il più debole. Perché quindi, non ripartire proprio dai festeggiamenti delle Termopili per investire massicciamente nella cultura, unitaria e patriotticamente nazionale, anzi mondiale? Perché non iniziare proprio dalla storia concreta un percorso di crescita che riguardi l`insieme delle classi sociali di un paese, non solo le élites ma soprattutto i cittadini ?

«Va’ e riferisci agli spartani, o straniero che passi, che obbedienti al loro comando noi qui giaciamo», recita l`iscrizione sotto la statua di Leonida a pochi metri da quella nuova alcova di convivenza. Che, è l’auspicio, sia l’alba di un nuovo giorno. E di nuove vite.

Fonte: Gli Altri settimanale del 21/9/12
Twitter@FDepalo

Nessun commento: