martedì 16 febbraio 2010

Ecologia e modernità. Un esempio che arriva dalla Svezia


Da Ffwebmagazine del 16/02/10


«E gli dei tirarono a sorte», cantava Franco Battiato in Atlantide. «Si divisero il mondo: Zeus la Terra, Ade gli Inferi, Poseidon il continente sommerso. Apparve Atlantide. Immenso, isole e montagne, canali simili ad orbite celesti». Chissà quanto sopravvivrebbe oggi un’Atlantide alle mille insidie climatiche dei giorni moderni. O, al contrario, quanto il resto del mondo ne potrebbe beneficiare, in termini di qualità della vita e di investimento per il futuro umano.

In Svezia ci hanno pensato. Un quartiere prototipo, una concezione interamente ecologica ed ecosostenibile per far vivere una comunità di persone in simbiosi con l’ambiente e senza danneggiarlo. No, non è la trama del prossimo film in 3D, ma quanto accaduto realmente nel quartiere di Hammarby Sjostad, dove si è verificato, non per caso, un vero e proprio miracolo ecologico che, sebbene sia stato avviato con successo, vedrà il definitivo completamento solo nel 2017. Un fungo nato in una prateria già brillante esempio per la salvaguardia dell’ambiente, frutto di coraggiose innovazioni e lungimiranti programmazioni. Senza dubbi, senza timori del nuovo. Con la consapevolezza che solo moltiplicando le occasioni di sperimentazioni sarà possibile scegliere soluzioni e testare alternative.

Abitazioni con il 50% della superficie composto da finestre per sfruttare meglio la luce del sole, impedendo uno spreco di energia elettrica. Un luogo dove si ricicla tutto, grazie ai cassonetti per la raccolta dell’immondizia dislocati in ogni punto. Piccoli, di forma ovale, che ingurgitano i rifiuti di singole abitazioni o dei condomini, e li veicolano autonomamente all’interno di un sistema sotterraneo, che li divide per tipologia. Da lì vengono incanalati nel processo di riutilizzazione. In questo modo, gli abitanti possono produrre il 50% del fabbisogno energetico dai propri scarti, ovvero dal cibo, dalla carta dei quotidiani, dal materiale elettrico.

Insomma, da tutto, anche dalla fogna. Dalla fogna? Forse l’eventualità farebbe storcere il naso a qualcuno, ma il risultato è di alto livello. In pratica i residui fognari vengono raccolti, depurati biologicamente e impiegati per produrre elettricità o ad appannaggio delle esigenze agricole. Si può asserire tranquillamente che dalla fogna si ottiene il riscaldamento per le stagioni invernali. E non è una battuta di spirito. Ciò che invece dalla fogna sarà per forza di cose scartato, verrà fatto confluire nell’arcipelago di Stoccolma, dove è stato analizzato che le acque saranno molto meno dannose per l’ambiente. Nello specifico i liquidi più dannosi sono già bonificati per la metà.

Altro elemento recuperato è l’acqua piovana che, dai giardini, dalle terrazze e dai luoghi pubblici, è incamerata da un sistema comune denominato “Lod”, una sorta di tappeto che evita il processo di evaporazione. Senza dimenticare il fango da cui, a seguito di un procedimento di trasformazione, si ottiene biogas ecologico, da utilizzare per far muovere autobus, automobili e per riscaldare le mille stufe presenti nell’area. Innovativo anche il sistema dei trasporti: vi sono venticinque auto per l’intera popolazione, circa 450mila abitanti. Il car sharing è il futuro, ma solo per quei cittadini ancora affezionati alle quattro ruote, dal momento che la maggior parte preferisce i mezzi pubblici o spostarsi a piedi o in bici.

Inoltre in ogni appartamento è installato un sistema di tubature dalle quali transita, a seconda delle esigenze, acqua calda o fredda, per riscaldare o per raffreddare. È stato stimato che mentre a Stoccolma - altro esempio di virtuosismo ecologico - una persona usa in media duecento litri di acqua, ad Hammarby Sjostad ne usa solo centocinquanta, con l’obiettivo concreto di scendere a cento entro il 2017. E con la previsione di migliorare ancora.

Una vera filosofia di vita ecosostenibile, non solo figlia del progresso scientifico, ma espressione di una concezione nuova, che non ha altre alternative se non quella di investire su questo ramo “bio”. Modernità applicata alla quotidianità più spicciola. Un risultato a cui gli svedesi sono giunti dopo un lungo periodo di studi e di applicazioni, a cui l’Italia potrebbe rivolgere più di un pensierino. Tra cinque anni infatti Milano ospiterà l`Expo: e quale occasione migliore per tentare strade alternative o per dare libero sfogo alle proposte scientifiche o alle innovazioni per il futuro?

Questa, tra le altre cose, dovrebbe essere la spinta primaria dell`Expo, per dare luce e visibilità a quelle menti nostrane che scovano novità. Come accaduto all’italianissima Patrizia D’Adamo, ricercatrice dell’Istituto Telethon Dulbecco di Milano, fresca autrice di uno studio pubblicato sull’American Journal of Human Genetics, che ha scoperto il cromosoma X. Quello legato al ritardo mentale, causa dell`handicap più frequente fra i bambini.

Sforzi e proposte per allungare la vita non solo quantitativamente ma qualitativamente, per evitare che come conclude Battiato nella sua Atlantide, «In un giorno e una notte la distruzione avvenne. Tornò nell’acqua. Sparì Atlantide».

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