mercoledì 23 novembre 2011

Moriremo democristiani? Ma quando mai

C’è qualcuno che non ha capito, o fa finta di non capire, come il momento dell’Italia e del continente intero sia delicatissimo. Le pressioni finanziarie, gli speculatori in agguato, i conti che non tornano, cinquant’anni di casta che fanno sentire gli effetti sulla vita dei cittadini e sulle casse dello stato. Per questo la risposta della politica non può che essere di unione. Prima scomporre per rivitalizzare la proposta politica e poi ricomporre, magari in un secondo momento, per tornare a governare. Questo il senso dell’esecutivo Monti, nei fatti di grande coalizione in quanto tutti, o quasi, consapevoli dello sforzo da compiere. Chi continua ingenuamente ed erroneamente a chiedersi se moriremo democristiani sottovaluta fatti e strategie. Una semplificazione sloganistica simile dimostra sì il corto respiro. Perché il fatto di voler appoggiare responsabilmente un governo di grande coalizione non significa necessariamente tornare al passato. Ma, così come fatto con il Cln dopo la guerra, serve oggi unità e altruismo per ricostruire. Solo i democristiani moriranno democristiani, non è che questo assunto sia un dato di cui vergognarsi, ognuno ha origini e percorsi differenti da rispettare. Proprio per questo è da apprezzare lo sforzo che oggi tutti compiono. Mettendo per un momento da parte storie, appartenenze, identità, e convergendo su obiettivi concreti e collettivi. Chi si ostina ancora a ragionare per slogan, per frasi ad effetto, per salti in avanti ma che non hanno una solida base analitica, ancora di più mostra di non avere capito un bel niente. All'ordine del giorno non c'è quale fine farà questa o quella fazione, ma il destino di tutti. Che, piaccia o meno, oggi è molto incerto. Salvo per il tentativo di un governo che in appena una settimana ha già dato sfoggio di altro stile e altri modi. E allora a nulla serve chiedere la carta di identità ai compagni di viaggio, francamente poco importa. Conta solo la destinazione finale.

Fonte: ilfuturista.it del 21/11/11

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