giovedì 3 gennaio 2013

Smirne censura Steinbeck, 90 anni dopo un’altra “tragedia”


Ha scritto Tucidide che “il segreto della felicità è la libertà. E il segreto della libertà è il coraggio”. Non la pensa evidentemente così il provveditorato di Smirne, in Turchia, che censura il romanziere americano John Steinbeck e il suo capolavoro "Uomini e topi". Secondo il quotidiano Birgun il testo conterrebbe passaggi "contrari alla morale" e "diseducativi" per gli studenti. Addirittura si spinge a inviare al Ministero dell’istruzione turco una proposta di censura per un testo che rientra nella lista dei cento capolavori della letteratura mondiale. Ma il punto non è questo, le pagine che tanto fanno paura a quel provveditore potevano essere d’autore o meno, vergate da un Nobel o dall’ultimo scrittore di provincia. Non cambierebbe di un millimetro il terrore che certi fanatismi hanno di idee, racconti e storie. Semplicemente perché quelle pagine, quell’inchiostro e quelle parole aprono la mente, forgiano nuovi spunti, cassano chi intende livellare menti e uomini. 

Nel terzo millennio c’è ancora chi teme qualcosa e lo fa in un luogo significativo, che novant’anni fa ha visto la tragedia della Mikrì Asia: nel 1922, i greci, che lì vivevano in pace con la comunità turca, vennero cacciati e rispediti in patria con la forza da parte dei militari di Ankara. In un trionfo di tragiche storie, personali e sociali, che si sono mescolate agli egoismi politici e alle strategie imperialistiche. Dunque quasi un secolo dopo il dominatore di turno ha paura, ieri come oggi, dell’autodeterminazione dell’uomo, di chi leggendo un passaggio di un testo può ad esso ispirarsi per migliorare la propria condizione, e tentare un’altra via che non si quella “che passa il convento”.

Fonte: Mondo Greco del 03/01/13

Twitter@FDepalo

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