venerdì 18 settembre 2009

TERMOPILI, QUANDO IL PASSATO INSEGNA DAVVERO QUALCOSA

Da Ffwebmagazine del 18/09/09

La battaglia, le "porte di fuoco", quell'epica impresa del 480 a.c., quando un manipolo di combattenti capeggiati dal re Leonida, si frappose tra la Grecia e l'invasore Serse. In quello stesso luogo che nei secoli sarà celebrato come l'alcova del coraggio e della determinazione, è stato ricordato il sacrificio dei trecento spartani. Siamo a dieci chilometri a sud di Lamia, esattamente al centro della Grecia, a un`ora di macchina dall`oracolo di Delfi e, complice una fresca serata di fine estate, la piana che duemilaquattrocentottantanove anni fa fu scenario di gesta irripetibili, diventa una sorta di palcoscenico naturale dove si alternano voci narranti, suoni di tamburi, tedofori provenienti da Sparta, Tespides, Lamia.

«La cultura sia veicolo di progresso e di sviluppo costante della società», afferma a gran voce il presidente della Camera Dimitris Sioufas, rammentando l'importanza strategica del sacrificio dei trecento alle "porte". Quando il re persiano Serse chiese all’epico Leonida di consegnare le armi al passo delle Termopili, tre furono le parole con le quali il re dei 300 invincibili spartiati rispose, e che oggi troneggiano sul monumento a lui dedicato pochi chilometri prima della città di Lamia: «Venite a prendervele». La luna si sostituisce al sole calante nel cielo della Ftiotida, quasi a voler illuminare la scena dove trionfa l`imponente statua di Leonida che accoglie cinquemila presenti : cittadini, storici, autorità, sognatori non solo ellenici ma anche stranieri, accomunati dalla passione per un passato che deve, per forza di cose, ricordare anche il presente e rappresentare intelligentemente un punto di riferimento per il futuro.

Su questa direttrice il presidente onorario di Termopili 2009, Athanasios Giannopoulos, ha lavorato a questo evento da tre anni, riucendo nel suo intento a riunire le intellighentie elleniche (accademici, studiosi, scrittori, giornaliti, musicisti) nel luogo maggiormente significativo del Paese, affinche «le gesta di un passato glorioso siano di sprono per una nazione desiderosa di ripartire, pur tra mille difficoltà» e soprattutto senza distinzioni ideologiche. Da pochi giorni infatti il premier di centrodestra Kostas Karamanlis ha annunciato la volontà di andare a elezioni anticipate, mentre si susseguono le spinte anarchico-insurrezionaliste con due autobombe fatte esplodere ad Atene e Salonicco e sette missili anticarro sequestrati dalla Polizia nella regione della Macedonia. Sullo sfondo gli ennesimi incendi dello scorso agosto, che hanno fatto ricordare l`incubo dell`estate 2007, quando persero la vita tra le fiamme sessantasei persone.

Ed è proprio in questo contesto che, a fronte di disagi economici, recessione incalzante, aziende costrette a chiudere i battenti, indagini su maxitangenti versate da note multinazionali, scandali che hanno coinvolto alti prelati, ecco che la storia si erge a punto di riferimento di popoli smarriti, quasi a voler incarnare la bussola in un momento di tempesta in cui si è persa di vista la rotta maestra. È di tali stimoli che la società ha bisogno, è confrontandosi con spunti tanto semplici quanto imprescindibili, che l`uomo deve rinnovarsi, con l`auspicio che sia di insegnamento alle nuove generazioni, oppure a quanti quella storia ritengono che sia di troppo o non del tutto meritevole di approfondimento e di analisi. Un`occasione che, tra floghe che prendono consistenza e versi in prosa di eventi che furono, intende ricordare le origini della Grecia, omaggiando i trecento spartiati e, perché no, allargandone gli orizzonti culturali. In questo luogo si forgiò la prima forma di unione europea, originaria di questo lembo di Ellade, composta da dodici razze ognuna delle quali era dislocata in più di una città, come si evince da un pregevole volume di Eftimios Christopoulos "Amfiktiones".

Perché quindi, non ripartire proprio dai festeggiamenti delle Termopili per investire massicciamente nella cultura, che sia unitaria e patriotticamente nazionale, anzi mondiale? Perché non iniziare proprio dalla storia un percorso di crescita che riguardi l`insieme delle classi sociali di un paese, non solo le elites ma soprattutto i cittadini ? «Va’ e riferisci agli spartani, o straniero che passi, che obbedienti al loro comando noi qui giaciamo», recita l`iscrizione sotto la statua di Leonida.

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