giovedì 12 luglio 2012

Cari partiti, al bando tattiche e ricatti: contro la crisi prima le idee, poi i contenitori


Forse qualcuno non l’ha ancora bene compreso, quasi che fossero necessari altri dati funerei dell’Istat: il paese boccheggia, i settori trainanti dell’economia soffrono non solo la crisi in sé ma una condotta politica e amministrativa che non ha dato i frutti promessi. Già questo basterebbe per imporre un cambio di passo, sia nell’offerta partitica sia nella prosecuzione di un approccio alla cosa pubblica differente.  Quando al richiamo sull’urgenza di dare seguito ai mille buoni propositi sulle riforme strutturali la risposta dei contenitori partitici è a metà strada tra lo stallo e l’imbarazzo di perdere voti, la soluzione non può che risiedere in una via diversa: dare spazio e slancio alle idee. Pure, dure, scomode che scavalchino i contenitori e si pongano come vero fulcro dell’azione politica. 


Soluzione interessante potrebbe essere l’elezione nella prossima legislatura di un'assemblea costituente, una commissione dei 75 dei tempi moderni che agisca con risolutezza e lontana dalle beghe e dai ricatti dei partiti. Con alla base un’agenda condivisa di misure strutturali. Sui tagli, doverosi, si potrebbe iniziare a ragionare sul “buco nero” delle regioni, con sanità e spese per la politica a rappresentare la vera nota dolens. Le macro regioni, magari indicando i parametri tra dipendenti e abitanti e tra dirigenti e dipendenti, potrebbero snellire la voce “uscite” senza mortificare servizi e offerta amministrativa. Sulla materia fiscale prevedere un regime di detrazioni (in base al reddito) sull'Imu, al fine di cassare la criticità di chi non è in grado di presentare la dichiarazione dei redditi ma ha dovuto pagare un Imu elevato. E sulla legge elettorale concentrarsi su un modello che offra stabilità e non balcanizzazione, quindi maggioritario con collegi uninominali, a un turno o a doppio turno, senza listini proporzionali paracadute.

Spunti programmatici che, per produrre efficacia e benefici reali, non potranno che sottendere a una volontà politica rivoluzionaria: con la priorità alle azioni, rispetto alle braccia che le metteranno in pratica. Perché, come annota Antonio Polito sulle colonne del Corriere della Sera, l’illusione che si possa restare in Europa «infischiandosene dell’Europa si è rivelata tale anche in Grecia. Se le forze politiche responsabili non saranno in grado di garantire loro, dopo il 2013, ciò che il governo Monti sta facendo, allora sì che il governo Monti potrebbe dimostrarsi l’unica proposta politica seria rimasta agli italiani».

Fonte: il futurista del 12/7/12
Twitter@FDepalo

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