Da Ffwebmagazine del 10/10/09
«Questo è il momento della serietà, non di polemiche, risse e delegittimazione». Apre con queste parole Emma Marcegaglia il suo articolato intervento a Salerno in occasione del seminario sul sud promosso dalla fondazione Farefuturo e da Mezzogiorno nazionale. «Non servono elezioni, ma serve un governo che, con grande concentrazione, lavori per uscire dalla crisi. Urge un esecutivo solido che non rimbalzi le polemiche, amplificandole, ma prosegua la sua marcia per risolvere i problemi veri del paese». Così il numero uno degli industriali, prima di approfondire le grandi questioni drammaticamente irrisolte che attanagliano il Mezzogiorno dinanzi a una platea ampia con Luigi Angeletti (Uil), Raffaele Bonanni (Cisl), Guglielmo Epifani (Cgil), Giorgio Guerrini (Confartigianato), Renata Polverini (Ugl), Federico Vecchioni (Confagricoltura).
«La sanità è uno scandalo, si mandino a casa gli amministratori incapaci, mentre la banca del sud non sia un carrozzone«, auspicando che un istituto del credito del sud sostenga imprese e cittadini ad avere i soldi al giusto prezzo. Sono i due temi con i quali ha esortato a far ripartire l’azione di governo, anche programmando riforme strutturali e interventi forti in tema di occupazione di sgravi fiscali. Le ricette per il mezzogiorno passano inevitabilmente da una maggiore flessibilità salariale, al fine di far convergere produttività e salario, e soprattutto dal finanziamento del credito di imposta. Ma l’attenzione non deve essere puntata esclusivamente su provvedimenti mirati, bensì sarebbe utile anche un’azione di contesto sulle quattro emergenze ataviche del sud, ovvero sanità, istruzione, giustizia e lotta alla criminalità.
Circa la sanità, decisa contrarietà è stata espressa da Confindustria sull’utilizzo dei fondi Fas per ripianare perdite e voragini finanziarie, piuttosto si attivino riforme concrete per dare nuovo impulso a scuola ed università. Il riferimento è ovviamente alle esigenze delle classi medio-basse, dal momento che è imprescindibile garantire loro un adeguato livello di istruzione, «in modo da evitare la mobilità sociale».
Sugli incentivi: «bene la fiscalità di vantaggio – evidenzia la Marcegaglia – ma ad oggi non è ancora completamente applicabile perché è necessario un raccordo negoziale con l’Unione Europea che andrà trovato al più presto». Riguardo i dati Ocse, secondo i quali Italia e Francia sono i paesi che meglio di altri stanno avviando la ripresa, debbono servire da incentivo, perchè «è vero che i segnali di ripresa ci sono, ma è altrettanto vero che vi è da recuperare un meno 18% di produzione». Come sostenere dunque un panorama economico-imprenditoriale desideroso più che mai di scorgere segnali di ottimismo? Si parta dal taglio dell’Irap, propone la leader degli industriali, ragionando sul fatto che già in altri ambiti europei è stata abolita o sensibilmente ridotta, come in Francia e in Germania, dove non mancano tagli al carico fiscale delle imprese.
Inoltre in poco tempo sono già andati esauriti i plafond sino al 2011, quindi sarebbe auspicabile l’utilizzo del credito di imposta automatico sugli investimenti. E poi la giustizia, altra nota dolens: la Marcegaglia punta dritta sulla riduzione dei tempi nei processi civili e sulla certezza del diritto, senza la quale un qualsiasi imprenditore è scoraggiato nell’investire i propri danari al sud. Ma è necessario un impegno maggiore, senza indugi, aggiunge il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, dal momento che «sino ad oggi non si è fatto proprio nulla». Boccia l’azione del governo avviata per ovviare alle gravi deficienze del sud, e chiede a gran voce che come primo passo vengano inclusi nel circuito quei fondi che già sono a disposizione. Si tratta dei fondi per le aree svantaggiate oltre a quegli europei. Senza dimenticare la necessità di avanzare incentivi per tutte quelle imprese che decideranno di aprire nel mezzogiorno. «Inutile discutere di occupazione- prosegue Epifani- se poi al sud si lascia che le industrie chiudano».
Nota polemica di Cristina Coppola, vice presidente di Confidustria con delega al sud per l’assenza del ministro dell’economia Giulio Tremonti: «Malgrado le defezioni – ha rilevato – siamo soddisfatti che comunque venga data testimonianza di impegno verso il sud e la presenza dei vertici confindustriali lo dimostra».
Ma il vero nodo da sciogliere sarà quando le regioni meridionali usciranno dall’area Obiettivo Uno dei finanziamenti europei, in virtù dell’allargamento dell’Unione ad altre zone più sensibili. Sarà proprio in quel frangente che si manifesteranno ulteriori criticità, per questo sarebbe necessario arrivare a quella scadenza con un pacchetto di interventi non solo programmati ma già attuati. Perché non ci si svegli di soprassalto, colti inconsapevolmente dall’ennesima emergenza. Il tempo per farvi fronte, anche se poco, c’è tutto, è sufficiente quindi mettersi al lavoro. Con determinazione.
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