venerdì 6 agosto 2010

La strategia del dito medio...val bene una laurea


Da Ffwebmagazine del 06/08/10


Che sia un comunicatore questo non può negarlo nessuno. Annuncia, stigmatizza, ammicca, minaccia, fomenta. E poi assicura, fortifica, certifica, preleva (l’acqua del fiume), imbottiglia (la stessa acqua nell’ampolla). Insomma, una grande figura carismatica che veicola il suo pensiero agli elettori da palchi tinti di verde- il colore della speranza, oltre che dell’Onda iraniana- che elargisce consigli non richiesti agli avversari politici e che, non da ultimo, alle sollecitazioni della stampa, mostra il dito medio. Vuoi vedere che la strategia comunicativa del dito medio- quello che si fa allo stadio, o che i ragazzini mostrano a chi ruba loro il pallone, o che l’on. Santanchè esibisce orgogliosamente in piazza Montecitorio, vuoi vedere che proprio quel gesto è il colpo di genio del secolo?
Che fa guadagnare galloni solo pochi anni fa insperati, o che spalanca le porte oscure della conoscenza? Il ministro Gelmini ha proposto la laurea honoris causa ad appannaggio del ministro Bossi: “Voglio proprio vedere – ha detto l’inquilino di viale Trastevere- chi avrà il coraggio di mettere in dubbio il buon diritto di Bossi, che è parte della storia di questo Paese a ricevere una honoris causa”. Nessuno oserà fiatare, immaginiamo, anche perché il nostro la otterrà in comunicazione. Termine commerciale, magari più di casa tra chi oggi si allena ad accusare di bizantinismi. Tra l’altro il luogo del fattaccio sarà molto probabilmente l’Università dell’Insubria di Varese, insomma si gioca in casa. Pare che l’idea sarebbe nata durante un incontro gastronomico tra il rettore Renzo Dionigi e i presidi tutti della facoltà. Galeotta fu quella polenta tra le mura dell’Ateneo, verrebbe da dire.
Ma cosa avrà fatto di tanto meritorio il responsabile del Federalismo? Viene in sostegno lo statuto della Lega, senza dubbio ispirato dal ministro in questione: “Il Movimento politico denominato Lega Nord per l’Indipendenza della Padania ha per finalità il conseguimento dell’indipendenza della Padania attraverso metodi democratici e il suo riconoscimento internazionale quale Repubblica Federale indipendente e sovrana”. Tra l’altro padri fondatori del movimento sono “coloro che, il 15 settembre 1996 dal palco di Venezia, hanno proclamato l’indipendenza della Padania dando lettura della dichiarazione d’indipendenza e sovranità”. In quell’occasione promosse una manifestazione lungo il Po, partendo dalla sorgente piemontese sino a giungere in Veneto. Lì ammainò il tricolore italiano sostituendolo con il Sole delle Alpi e leggendo una dichiarazione che rimarrà negli annali dei fumetti nostrani: “Noi Popoli della Padania, solennemente proclamiamo: la Padania è una Repubblica federale, indipendente e sovrana”.
Di contro, sfogliando pagine, di carta e on line, del passato si trovano fior fiori di comunicatori. Per fare qualche esempio, Leonardo da Vinci con “L’Annunciazione” riuscì a comunicare tantissimo, in quanto ad arte, religione, emozioni. Oppure Giotto ne “La Pentecoste” offrì colori e volti a stati d’animo, sorprese, dottrina. Come non pensare poi a Klimt, altro comunicatore doc, la cui strada volle distaccare da quella accademia classica, sancendo con i suoi dipinti una secessione anche comunicativa. Per restare all’ultimo secolo impossibile non citare, tra gli altri, Salvador Dalì, padre del surrealismo, tendenza culturale, politica, artistica che comunicò l’esigenza di porsi molteplici interrogativi. “Ho un sogno- disse un altro straordinario comunicatore, Martin L. King- che un giorno questa nazione si sollevi e viva pienamente il vero significato del suo credo. Riteniamo queste verità di per sé stesse evidenti: che tutti gli uomini solo stati creati uguali”.
E’vero che una laurea honoris causa dalle nostre parti non si nega a nessuno. Nemmeno se a proporla è un Ministro della Repubblica ad appannaggio di un altro Ministro della Repubblica.
Ma suvvia, che almeno ci sia qualcuno che indirizzi l’ambito di cotanto merito: anziché la comunicazione, forse sarebbe stata più indicata la secessione, geografica, politica, e soprattutto mentale.
Almeno ognuno verrebbe premiato per quel che è. E comunque congratulazioni vivissime.

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