martedì 12 giugno 2012

«Costringiamo i partiti a un gioco nuovo. Solo così si salva ciò che resta dell'Italia»

«Non passettini miopi che i partiti hanno fatto fino a oggi e continuano a fare all'interno della loro sorprendente mediocrità. Ma rimettere in moto un sistema ex novo, - confida al futurista la politologa Sofia Ventura - producendo nuove alchimie e soprattutto con il ricambio di una classe dirigente imbarazzante e peggiore di qualsiasi possibile previsione». Per questo assieme a molti docenti universitari si è resa protagonista di un appello pubblico a favore del cosiddetto modello francese.

Appello al presidenzialismo: perché il modello francese potrebbe salvare l'Italia?

Ammesso e non concesso che qualcosa potrebbe salvare ancora il nostro paese, penso che una trasformazione contemporanea del modello di governo e quindi della competizione politica circa le regole elettorali, avrebbe la capacità di costringere i partiti e i relativi leader a sfidarsi in un gioco completamente nuovo che non conoscono. Rimettendosi in discussione. E non facendo i passettini timidi e miopi che fanno adesso e che hanno fatto sempre in passato. Ovvero, mi alleo con questo, poi con quell'altro e infine con un altro ancora. Passettini che fanno sì che, alla fine i partiti si girino attorno e più nulla.

Bensì?

Rimettere in moto ex novo l'intero sistema, innanzitutto producendo nuove aggregazioni e sperimentando nuove alchimie. Come accaduto in Francia nel momento in cui è stato adottato quel sistema. E salvando il bipolarismo. Oltre al fatto che il doppio turno ha l'effetto cosiddetto “bipolare”, vi è anche l'elezione diretta del presidente. Che, se fatta con il metodo francese, quindi doppio turno e ballottaggio, sostanzialmente produce due campi: e alla fine si costituisca una maggioranza attorno a un presidente e una minoranza attorno allo sconfitto. Con una direttrice di stampo bipolare.

E circa l'obiezione che questo bipolarismo produce coalizioni eterogenee che alla fine non funzionano?

In proposito ricordo il disastro del governo Prodi nel 2008. Ma in realtà con il sistema francese i partiti possono in qualche modo anche tenersi le mani libere, quindi non sono costretti ad andare alle elezioni con delle coalizioni vere e proprie. Al primo turno si misurano in una sorta di primarie, mentre al secondo turno vi sono desistenze quasi automatiche. Così si possono produrre aggregazioni maggiormente coese, soprattutto risultano favoriti i grandi partiti e penalizzati gli estremi e i più piccoli. Un sistema che nel lungo periodo porta al bipartitismo e alla semplificazione estrema dell'intero panorama.

Ogni anno si invocano le riforme, che puntualmente non si fanno: ma la crisi, prima che di idee e di azioni, non è a questo punto tutta della credibilità della politica?

Questa classe politica ha perso ogni tipo di credibilità. E continua a perderla anche di fronte all'occasione sulla quale noi firmatari dell'appello speriamo si possa fare qualcosa. Non vorrei in questa sede stilare meriti e demeriti di Pdl e Pd. Ma serve riconoscere che il primo ha fatto un passo avanti: proponendo il presidenzialismo. Lo ha fatto ben consapevole che tanto non si sarebbe andati da nessuna parte, lo ha fatto per opportunismo, lo ha fatto perché lo ha fatto. L'importante è che quel passo c'è stato. E così facendo ha accettato il doppio turno. Vedere oggi Bersani e il Pd impegnati a reperire mille scuse per non stare al gioco, non valutando se effettivamente si crea l'opportunità riformista, è uno spettacolo triste e deprimente. In quanto si tratta di personaggi che ci stanno conducendo verso il baratro perché non si sono impegnati a fondo per il bene del paese e a causa dei loro micro interessi di partito. Non so se per questo pagheranno mai pegno, ma me lo auguro. Lo considero un dato avvilente, frutto di un ceto politico sorprendente nella propria mediocrità e non mi riferisco solo agli Scilipoti ma a tutti i leader.

Veniamo al Terzo polo: cosa non è stato e cosa dovrà essere da oggi in poi?

Non è mai stato una vera alternativa. Perché nato sostanzialmente per difendersi dagli attacchi da campagna acquisti berlusconiana, diciamo per fare gruppo. Il percorso che ha intrapreso è stato un non-percorso in quanto, al di là dell'appoggio al governo Monti, non hanno avuto la capacità di proporre visioni politiche contro lo stato attuale. Continuando come un mantra a ripetere “siamo con Monti” ma evitando di abbozzare il dopo Monti. Se non sperando che in realtà il dopo Monti coincidesse con l'attuale Monti, concedendo loro di stare sul mercato politico. Anche se non hanno consenso, visto che persino Grillo ha più voti. È stata una triste esperienza politica, tutto prevedibile e tutto previsto. Credo che quando non si abbiano idee politiche il risultato sia esattamente questo. Lo certifico con grande rammarico perché ho creduto sin dall'inizio in quel progetto: Casini ha pensato furbescamente di sostenere il governo senza se e senza ma, e adesso non sa bene cosa fare; il Terzo polo si è anche oggettivamente sciolto. Per questo sono molto arrabbiata.

L'area riformatrice, dunque, come potrebbe procedere a fronte del cosiddetto nuovo bipolarismo dato da uno scenario che vede di qua Monti e di là Grillo?

Monti non ha un partito e non è una forza politica, quindi non credo che la mela sia spaccata così. Il premier non è neanche un leader politico quindi parliamo di un qualcosa che non esiste.

Anche se un eventuale partito di Monti verrebbe dato già ipoteticamente al 40% delle preferenze...

Ma credo che come non esiste oggi, quel partito non esisterà domani. Bisognerebbe pur metterlo in piedi e nessuno lo sta facendo. Personalmente in prospettiva vedo invece come unico contenitore in grado di sopravvivere il Pd. Perché ha strutture e interessi consolidati. Chiaramente giocherà un ruolo molto diverso a seconda dalla guida che avrà in futuro. Oggi Bersani non mi sembra capace di innovare veramente. Qualcosa forse potrebbe cambiare con Renzi. Poi c'è il grillismo, che mi preoccupa non poco. Dal momento che non mi sembra abbiano ben chiare quali siano le regole della democrazia. Al di fuori di questi interpreti, solo frattaglie varie. Lo stesso Pdl rischia di andare in pezzi. Per cui mi auguro che il Pd riesca a rinnovarsi perché l'unica forza capace di avere un futuro.

Fonte: il futurista quotidiano del 13/6/12

Twitter@FDepalo

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