venerdì 22 giugno 2012

«Qualcuno ha fatto il falco solo per guadagnarci. Adesso ripartiamo da cittadinanza e diritti civili»

Ma non sarà che qualcuno nel partito «ha fatto il falco solo perché da quello scatto in avanti c’era da guadagnare qualcosa?» Se lo chiede il deputato di Fli Enzo Raisi.
Il vero scandalo in Fli è l’apertura contenutistica e anti ideologica (come il gay pride) o l’appoggio al governatore Lombardo?
Certamente la posizione del partito in Sicilia mi sembra incoerente con molte delle battaglie portate avanti in questi anni, a cominciare da quella sulla legalità. In più qualcuno ha posto sul tavolo la questione dell’appoggio a Monti di cui magari qualche scelta si potrà anche discutere. Ma il sostegno al governo in questa fase è cosa da responsabili. Così inseguiremo le riforme, non abbandonando il premier. Se Fli volesse portare avanti veramente uno sforzo costruttivo dovrebbe pungolare a fare di più, non di fuggire e lasciarlo solo.
Quindi nessuna bivalenza decisionale?
Affatto. Mi viene in mente il caso sardo, dove Fli appoggia Cappellacci, uomo di Berlusconi. Tutto ciò sconcerta, se non altro perché Fli ha scelto di non stare al governo col Pdl. E poi in alcune realtà locali...
C’è il rischio che chi vuole dialogare con tutti in virtù di un’evoluzione politica e ideologica debba poi scontrarsi con chi, alla fine, vorrebbe An in sedicesimi?
Quel voto, aennino o missino, che qualcuno va ancora cercando, semplicemente non esiste più in virtù di una serie di cambiamenti, anche storici. Oggi vi è un grande bacino di voti e di elettori alla ricerca di un punto di riferimento che non si vogliono ade¬guare ai vecchi partiti non riconoscendosi più in quella guida. Interloquire con questa società civile significa non ridursi ad inseguire piccole battaglie politiche, magari d’annata. Un partito diventa partito di governo quando riesce a rappresentare le esigenze sociali della gente.
Fli lo ha fatto?
Solo nel momento della sua nascita, quando ha fatto qualcosa contro le singole corporazioni ma per una visione comune e di ampio respiro. Rinchiudere all’interno della pentola un confronto costruttivo di idee non è cosa buona e giusta, soprattutto se poi si aspetta che arrivi qualcuno a togliere quelle castagne dal fuoco. Alla fine si rischia che tutto scoppi. Penso a quei custodi dello statalismo piuttosto che della libera economia, scopro che dei giovani non interessa più a nessuno. Un panorama che mi lascia interdetto.
Il cambiamento, prima tanto invocato poi, nei fatti, fa paura: perché?
Non ho elementi per certificarlo. Ma certo resto perplesso quando qualcuno, che una volta si considerava falco, lo faceva perché c’era qualcosa da guadagnarci da quello scatto in avanti. Inutile tornare indietro nel tempo, ci si farebbe solo del male.
Emblematico il caso di Lo Monaco, in Sardegna, epurato dal coordinatore Artizzu per la sua adesione al gay pride: i diritti civili sono ancora un tabù allora?
Conosco il caso sardo per le posizioni ufficiali che ho letto. Al di là delle due versioni, quando ho visto che Artizzu si è schierato così decisamente contro le coppie di fatto, ho capito che non c’era sintonia fra i due. Trovo straordinario in senso negativo il fatto che, dalla sera alla mattina, un coordinatore regionale decida di alterare la propria classe dirigente.
Come impedire che i passi in avanti compiuti sino a oggi possano essere vanificati da “sindrome da strapuntino” e paura del mare aperto?
Ho grande speranza che Fli possa recuperare la sua vocazione iniziale. Come? Andando a rivedere gli spunti che Fini ha pubblicamente espresso sin dall’inizio su tutti i temi all’ordine del giorno (e non) della politica. Come la cittadinanza agli immigrati e i diritti civili. Forse qualcuno se ne è dimenticato.


Fonte: il futurista quotidiano del 22/6/12

Twitter@FDepalo

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