lunedì 2 aprile 2012

Addio a Ghirelli, cantore del calcio e di un'altra Italia

Il racconto del calcio mai asettico, impreziosito da dettagli e retroscena, voglia di prospettive ariose e tentativi di sparigliare modelli vecchi di un’Italia passata. Non c’è stato solo il Quirinale nella lunga carriera di Antonio Ghirelli, scomparso a Roma a quasi 90 anni. Perché quel biennio sul Colle come portavoce di Sandro Pertini ha sì impreziosito una carriera ad alti livelli, ma ha seguito cronologicamente i suoi passi “storici” mossi prima come partigiano, poi iscritto al Pci fino al ’56, socialista e collaboratore di Bettino Craxi. Ma soprattutto grande giornalista e scrittore, appassionato di sport. Che in uno degli ultimi seminari pubblici a cui aveva partecipato alla biblioteca Minerva del Senato ammetteva, con quel suo sorriso sornione, che «di numeri dieci nella politica italiana non se ne vedono e invece ve ne sarebbe un gran bisogno». Un paragone calcistico “obbligato”, per via di quel suo legame forte e orizzontale col pallone. L’Unità, Milano Sera, Paese Sera, Gazzetta dello Sport, Corriere dello Sport, Tuttosport, tg2, l’Avanti! le case dell’informazione dove aveva lavorato. Nella consapevolezza che un modo di esercitare questa professione franca e passionale non solo è possibile ma, per alcuni, è ancora un obbligo. Fonte: il futurista.it del 3/4/12

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