martedì 6 novembre 2012

Se la crisi, oltre lo spread, aumenta anche i bavagli...

C’è un uso politico della crisi economica per limitare il perimetro della libertà personale? Dopo gli arresti di due giornalisti in Grecia e il licenziamento di altri due nella televisione di stato si avverte l’esigenza di verificare in generale, sulla base dei dati della cronaca politica greca, se la criticità finanziaria possa essere l’anticamera ad una ben più grave deficienza democratica. Anche in Italia, dopo Silvio Berlusconi, non si parla più di partecipazione ma solo di spread, come confermano anche le ultime note di cronaca sul caso Fiat, dopo la sentenza di riassunzione dei licenziati. Lecito chiedersi: si tenta di comprimere la sfera dei diritti? Si sta insinuando, silenzioso e sotterraneo, il germe della stratificazione mentale certificato da una situazione di emergenza che si sta prolungando nel tempo? Quale il rapporto tra il default economico e quello dei diritti? Si staglia, vicino e insinuoso, il crack di quell’insieme di conquiste che con fatica si sono raggiunte nel corso del Novecento? Se così fosse avrebbe dunque ragione il filosofo Jacques Ranciere, che parla di regime non democratico ma più esattamente di stato oligarchico di diritto.

Nella Grecia quasi fallita arrestano Kostas Vaxevanis, il giornalista che sul suo settimanale Hot Doc pubblica la lista Lagarde, l’elenco che l’attuale numero uno del Fmi ha inviato nel 2010 per via diplomatica con i nomi e gli importi di illustri evasori. Ma nessuno chiede ai due ex ministri greci che hanno ricevuto quell’elenco come mai non lo abbiano protocollato e non abbiano preso provvedimenti in merito. Lo stato chiede conto a un libero cittadino di un suo precipuo diritto, la libertà di informare e di essere informato, ma non muove un dito contro quegli amministratori che non hanno impedito di silenziare quelle notizie. Che rappresentano un doppio danno: un mancato introito economico per l’erario, dal momento che quei denari sono stati portati fraudolentemente fuori dai confini nazionali; e una limitazione della libertà personale dei cittadini di venire a conoscenza di quei fatti. Se non è questo un punto di rottura evidente e conclamato, tra principi democratici schiacciati dalla crisi economica, cosa altro è? 
Il secondo si chiama  Spiros Karazaferris, dell’emittente radiofonica Art, fratello di Iorgos, leader del partito nazionalista del Laos, arrestato davanti all’ambasciata israeliana con le modalità di un film di spionaggio: strada sbarrata e manette al cronista che ha in seguito accusato un malore, data l’età non più verde. Motivazione ufficiale un debito che ha con lo stato per tremila euro di tasse non pagate, ma in realtà pochi minuti prima durante l’ultima trasmissione aveva detto di essere pronto a diffondere documenti che proverebbero come i dati sul default ellenico siano stati alterati, al fine di ottenere dalla troika più danari per ricapitalizzare le banche. E che aveva ottenuto quei riscontri dal gruppo di hacker Anonymous, che quattro giorni fa aveva attaccato il server del ministero delle Finanze, diffondendo analisi e mail scambiate da Atene con i rappresentanti di Ue, Bce e Fmi.
 
Il pensiero di Rancière si articola intorno a due capisaldi come police e politica. Sul primo rileva che altro non è se non il disciplinamento dei corpi, in base al quale alcuni corpi sono direzionati per nome in una data dimensione o funzione. Mentre definisce la politica un'attività antagonista alla prima, che in qualche misura è sinonimo di vita mentale: sposta un corpo dalla sua originaria posizione, produce un dissenso, mettendo in evidenza la pura anarchia su cui giace ogni gerarchia. Arrivando a ragionare sul fatto che la politica dovrebbe contenere il seme della ricostruzione ma a patto che il demos svolga un ruolo primario. Ciò che oggi non si avverte in quanto emerge il cosiddetto vizio originario di una libertà intesa come vuota proprietà. Un passaggio che si intreccia con il pensiero della Arendt quando teorizza che la politica non è occuparsi degli uomini ma occuparsi insieme agli altri delle cose del mondo. A patto di non limitarne le libertà.
 
Fonte: Italiani quotidiano del 6/11/12
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