"Potete ingannare tutti per un po', potete ingannare qualcuno per sempre, ma non potrete ingannare tutti per sempre". (A. Lincoln)
mercoledì 24 giugno 2009
IL PATRIMONIO DI TUTTI E L`EGOISMO DI QUALCUNO
Da Ffwebmagazine del 24/06/09
No, non è solo una questione di ciò che è mio e ciò che è tuo, di cosa sia meglio o peggio per un singolo paese. No, non c’è in questa storia chi ha torto o chi ha ragione per un proprio tornaconto personale. C’è un patrimonio immenso che appartiene alla civiltà del mondo, a quella alcova filosofica, antropologica che ha dato i natali alla civiltà, a quel meraviglioso universo di pensatori da cui parte dell’Italia, la Magna Grecia, ha tratto origini e a cui tutto il mondo si è ispirato. Parliamo non di un semplice punto fisso nella storia, ma del suo inizio.
«Restituire i marmi del Partenone innescherebbe un pericoloso precedente», oppure «i grandi musei verrebbero progressivamente svuotati», e ancora «ve li prestiamo solo se riconoscerete che alla fine sono nostri». Beh, questa è proprio bella. Sono alcune delle affascinanti ma al contempo grottesche tesi avanzate dal British Museum che, in occasione dell’inaugurazione del nuovo futuristico museo dell’Acropoli di Atene, si oppone alla resa dei marmi di Elgin, imponenti pezzi di fregio, timpano e metope che circa duecento anni fa furono brutalmente asportati dal Partenone e “indirizzati” oltremanica, per impreziosire l’abitazione scozzese di Lord Elgin. A oggi sono ancora custoditi dal museo londinese, che si ostina in un atteggiamento di chiusura totale. Ha senso pensare a un tesoro architettonico e storico frammentato? Ha senso immaginare quel tesoro e quella storia, l’alfa della civiltà mediterranea, in uno stato di incertezza permanente, civiltà della quale taluni interpreti sembrano non tener conto la portata e la grandiosità?
Quella che è stata definita la culla della civiltà, quell’Ellade innovatrice nella filosofia, nella medicina, nella scienza, nella guerra, quel mondo che insomma ha rappresentato il “pan”, non e`accettabile che subisca una mancanza di rispetto tanto evidente. Da un popolo e da istituzioni, che tra l’altro non devono certamente imparare nulla in quanto a correttezza e a fair play. Correttezza e fair play che invece ha mostrato in abbondanza il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: in occasione di una sua visita proprio al Museo dell’Acropoli, ha restituito il piede di Artemide, un frammento di un fregio, che fino a quel momento era stato conservato a Palermo nel Museo Salinas. Identico gesto è stato avanzato dai Musei Vaticani e dal Museo di Heidelberg. Ma il British no, da quell’orecchio proprio non ci sente. Chi prosegue in questa stucchevole e egoistica querelle mostra scarsa considerazione per la storia e per il suo significato.
Oggi quei marmi dovrebbero troneggiare di diritto nel nuovo museo di Atene, come recitano i cartelli di protesta affissi ai piedi dell’Acropoli, "Niente più scuse", rivolti al primo ministro inglese. E non perché sia necessario schierarsi a favore del governo greco o britannico, no, non va tutto risolto in una gretta contrapposizione tra due fazioni distinte e in competizione. La vicenda dei marmi non avrà uno stato vincitore e uno stato vinto. Semplicemente, se non verrà fatta la cosa giusta saremo tutti perdenti.
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