mercoledì 24 giugno 2009

RINFORZARE IL CONCETTO DI CITTADINANZA

Da Ffwebmagazine del 24/06/09

“Siamo una societa`debole”. La diagnosi, secca e pacata, come e`il suo stile, e`firmata da Gianni Bisiach, classe 1927, giornalista di lungo corso, scrittore, autore televisivo, conduttore radiofonico, anche regista. Allievo di Rossellini, ha vinto numerosi premi tra cui quello mondiale per la tv a Londra nel 1963, oltre ad essere uno dei massimi esperti della dinastia Kennedy. Ha trascorso diversi anni fuori dall`Italia, ad esempio in Africa come meterorologo e documentarista.

D.Cittadinanza e concetto di nazione si apprestano a subire una differente modalita`di assimilazione e di attuazione nel nostro Paese. Siamo pronti a questa nuova sfida?
R.Dobbiamo tenere conto della storia di oltre duemila anni. Con l`impero romano, il famoso civis romanus sum, abbiamo avuto una precisa concezione della cittadinanza. In seguito per molti secoli l`Italia e`stata frammentata per motivi geografici, storici e di invasioni e solo nell`ottocento con Vittorio Emanuele, Garibaldi e Cavour, si e`ricostituito un concetto di nazione e di cittadinanza italiana. Teniamo conto pero` che con Porta Pia si e`verificata la rottura tra Vittorio Emanuele II ed il Papa, quindi tra i due Stati. Basti pensare che solo nel 1909 il Papa autorizzo`i cattolici a prendere parte alla vita politica italiana.

D.E siamo al primo conflitto mondiale.
R.A seguito del quale, con il fascismo, il concetto di nazionalismo ha assunto una forma assoluta che la Costituzione poi ha smorzato con concetti democratici. La premessa storica e`utile per analizzare l`oggi dove, come ha giustamente osservato il prof. Pinelli, abbiamo una cittadinanza devole. Confrontandoci con la globalizzazione e con l`accoglienza, la nostra cittadinanza si mostra fragile. E`un momento di crisi e credo che contemporaneamente all`accettazione delle moderne fenomenologia, dovremmo trovare il modo di forzare il nostro concetto di cittadinanza.

D.Ma non sono due elementi in contraddizione?
R.Si`, senza dubbio difficili da accostare, ma se vorremo partecipare attivamente all`inevitabile concetto dell`inclusione globalizzante, dovremo rafforzare maggiormente proprio il concetto di cittadinanza.

D.Come mai un islamico si sente piu`facilmente cittadino negli Usa piuttosto che qui in Europa? Forse il vecchio continente riesce ad inglobare con piu`ritrosia?
R.Ancora una volta ci viene in soccorso la storia. Gli Stati Uniti nacquero nel 1796 con la dichiarazione di indipendenza, dove le molte etnie presenti trovarono nella Costituzione un forte magnete circa il senso di cittadinanza. Il cittadino americano, anche di colore diverso, riconosce maggiormente la propria identita` e la condivide. Pochi giorni fa in occasisone della partita di calcio Italia-Usa, ho notato il diverso tipo di tifo, ma non solo ostentato in occasione di eventi sportivi. Loro si rispecchiano moltissimo nella bandiera a stelle strisce.Noi siamo invece ancora un paese frammentato, con la Lega al nord, con le criminalita`mafiose e camorristiche al sud: ci siamo unificati piu`tardi di altre realta`, e per una serie di cause il risultato e`che oggi facciamo i conti con un senso di cittadinanza meno intenso.

D.Il primo fronte su cui concentrarsi dunque quale potrebbe essere?
R.Proprio nel momento in cui e`forte una societa`multietnica ed una globalizzazione ormai avvolgente, dovremmo salvaguardare le nostre peculiarita`culturali in modo da essere talmente solidi da poter condividere piu`serenamente.

D.Che cittadini osserva oggi nel nostro Paese? Non trova che spesso assistiamo a una societa`spenta, poco presente nelle piazze, quasi avulsa dal contesto generale?
R.Non credo sia un poblema di calore mediterraneo, ma anche in parte geografico. Sino alle guerre di indipendenza abbiamo avuto numerosi staterelli, con peculiarita`diverse lungo tutta l`estensione della penisola, con uno spezzettamento indiscusso. A cio` si aggiunga la presenza della Chiesa cattolica, un vero Stato. Avendo vissuto all`estero per molti anni, posso dire che oggi sul piano internazionale gli italiani dimostrano caratteristiche positive, penso alle industrie, al commercio. E`vero che nei confini nazionali manifestano certi tratti somatici legati ad una certa superficialita`, viceversa fuori sono rispettati e per questo sono legittimati. Non e`che il popolo italiano abbia caratteristiche mediocri rispetto ad altri, ma e`la storia che fa la differenza. Penso ad un`unita`nazionale piu`recente, a molti eventi particolari, come la presenza forte della Chiesa, il fascismo e poi l`antifascismo. E`innegabile che come italiani accusiamo una spiccata debolezza rispetto ad altre societa`.

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