domenica 19 settembre 2010

Sull'amore, l'Italia è ferma al Medioevo?

Da Ffwebmagazine del 20/09/10

Tav, ponte sullo Stretto, nanotecnologie, banda larga? Altro che progresso. L'Italia a volte sembra proprio essere fuori dal mondo, e non solo per le sue meravigliose peculiarità stilistiche e culturali che la confinano fuori dalla normalità. Bensì perché l'Italia dei diritti civili è purtroppo ferma al Medioevo, con le “nuove” famiglie che semplicemente non esistono, non vengono prese in considerazione, ignorate e immolate sull`altare di una grave compostezza di facciata. Preconcetti, mancanza di lungimiranza, calcolo politico, ignoranza, razzismo: da dove cominciare? Perché no dalle pagine de In nessun paese. Perché sui diritti dell’amore l’Italia è fuori dal mondo, scritto a quattro mani dal vicepresidente del Pd, Ivan Scalfarotto, e dal giornalista Sandro Mangiaterra, sull`arretratezza legislativa nostrana circa diritti civili e coppie gay.
L'Istat, e non il primo sondaggista di fiducia, ha certificato che in Italia ci sono poco meno di novecentomila coppie di fatto, di cui solo un quarto omosessuali. Anche per sfatare quel tedioso tabu`che titola macroscopicamente il provvedimento sotto il nome di “matrimoni gay”. Ignorando, colposamente o dolosamente, come la questione abbracci un numero ben piu`vasto di individui e di storie umane.
Gli autori sostengono che se l`Italia fortunatamente non figura tra i settantotto Paesi che considerano ancora l`omosessualità un reato (e dei quali sette contemplano per questo la pena capitale), al contempo è però il fanalino di coda in Europa quanto a norme che puniscono l`omofobia, o che prevedono il riconoscimento dei diritti civili anche per unioni che esulino dal matrimonio. Quindi - precisazione utile per soffocare certe convinzioni pressapochiste - anche coppie di sesso diverso che convivono.

Il libro si compone di una serie di scritti-denuncia, che prendono spunto da vissuti personali, prima di lasciare spazio anche ad altre esperienze, non in presa diretta. E che fanno luce su quell'aspetto gretto e impolverato del conservatorismo tutto apparenza, del pericoloso e ipocrita perbenismo che mortifica la sostanza solo per accaparrarsi i consensi della forma. Pericoloso perché si insinua nella pigrizia delle menti, nella svogliatezza di comprensione che spesso fa capolino quando è utile approfondire, ragioni ed esigenze. E non limitarsi a bollarle come contorno moderno di una società che sta impazzendo.
La lettura del libro sarebbe consigliata non solo ai legislatori attuali, ma anche a quei commentatori ancora sordi al richiamo della modernità sociale, per strozzare il rischio di discriminazioni razziali o in ambito professionale. Per dare finalmente avvio a un'Italia più laica e meno bacchettona. E in questo, una puntuale dose di responsabilità non puo`che essere della politica, definita da Scalfarotto incapace di «guidare il Paese, e al massimo si limita a seguirlo».

Senza dimenticare come, ogni qual volta il tema dei nuovi diritti si inserisce nell`agenda politica nazionale, scendono in campo una miriade di difensori del purismo, oltre ai nuovi omofobi. Nuovi perché utilizzano strumentalmente la contrarietà a provvedimenti come Dico o Pacs, e non per questioni di principio. È questa la frontiera da abbattere, in quanto sembra quasi che le posizioni da assumere non rispecchino il merito, ma la convenienza contingente.
Scalfarotto rammenta come il Parlamento italiano alla fin fine sia più avanti di tutti i pregiudizi, le polemiche, i dibattiti, i no preventivi, le accuse. In quanto ha provveduto ad estendere i benefici anche ai partner conviventi di senatori ed onorevoli. Una piccola spia di come, da un lato la politica si rende partecipe di un'evoluzione sociale, ma dall`altro mostra egoisticamente di guardare solo nel proprio orto.
Dimenticando intenzionalmente tutto ciò che al suo esterno nasce, si forgia, si muta, si evolve.

Ivan Scalfarotto e Sandro Mangiaterra
"In nessun paese. Perché sui diritti dell’amore l’Italia è fuori dal mondo".
Ed. Piemme
pp. 218, euro 17,50

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