lunedì 21 maggio 2012

Grecia in eurocrisi, il giallo del piano "B"


Non è un giallo da poco. Per­ché l’eventualità che l’Ue si prepari ad un’unione senza la Grecia sta facendo tremare i mercati di tutto il mondo. Karel De Gucht, commissario belga al commercio Ue, in un’intervista al quotidiano De Stan­daard ha detto che Bce e Commissione europea stanno lavorando ad un pia­no di emergenza per gestire l’uscita della Grecia dall’euro. «Sono sicuro del fatto che non ci sarà un effetto contagio: l’uscita della Grecia non implica la fine dell’euro – ha spiega­to -. Un anno e mezzo fa ci sarebbe stato il rischio di un effetto domino, ma adesso la Commissione e la Bce sono al lavoro sui possibili scenari di emergenza nel caso la Grecia non ce la faccia». 
Un ragionamento che appare calibrato sulla linea berlinese rigorista e anti-allarmista. E anche il quotidia­no economico tedesco Handelsblatt, ri­porta che secondo fonti governative il ritorno alla dracma sarebbe “costoso” ma tutto sommato “gestibile”. «L’Eu­rozona sarebbe in grado di sopportare un’uscita della Grecia», ha dichiarato il capogruppo dei liberali (Fdp) nel Bundestag Rainer Brüderle. Il G8 di Camp David si apre dunque in un clima pessimo, con l’incertezza che caratterizza ancora i listini in borsa, mentre lo spread tra Btp decennali e omologhi tedeschi flette a quota 426, dopo aver aperto a 441 e aver toccato un massimo di 451 punti. 

La consapevolezza, quindi, è una: fuori dal binomio rigore-crescita non c’è speranza. Per nessuno, che si chia­mi Grecia o Inghilterra. Per questo i leader europei cercano di fare muro per dare un segnale forte a Barack Obama che, rivolto al vecchio conti­nente non ha lesinato di rammentare a tutti come sia imprescindibile scon­giurare rischi di contagio. E in questo modo contribuire a far scendere la febbre dei mercati. In una sorta di pre G8 europeo, al telefono Van Rompuy, Barroso, Monti, Hollande, Cameron e Merkel, convergono su un punto: la discontinuità, per passare a quella che lo stesso premier italiano aveva ribat­tezzato la fase due di Bruxelles. Anche per impedire che l’appuntamento di queste ore a Camp David si trasformi in una sorta di processo all’Europa incapace di far fronte all’eurocrisi. La tensione continentale, trasferita oltre­oceano per il G8, è altissima. Lo di­mostra il richiamo del primo ministro inglese Cameron che dice come nes­suno può correre il rischio di presen­tarsi e presentare l’Europa disunita, né a Camp David, né ai prossimi ver­tici di Bruxelles. Ma l’allarme è anche in Asia, con il Nikkei in ribasso, e con il rating spazzatura sulla Grecia: Mo­ody’s valuta in calo l’affidabilità degli istituti di credito spagnoli. Continua a incidere notevolmente la situazio­ne greca a causa della quale Fitch ha abbassato di un livello il giudizio sul Paese portandolo a «CCC», in vista di una possibile uscita dall’euro. 

La parola d’ordine adesso è preveni­re contagio e default, impedire che la destrutturazione, finanziaria, ma so­prattutto sociale, dell’eurosofferenza possa allargarsi. Non semplice, anche dopo la notizia che un’azienda inglese che produce monete in tutto il mon­do, avrebbe iniziato a ristampare drac­me. Pronti a tutto. 

Fonte: il futurista quotidiano del 21/5/2012
Twitter@FDepalo

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