Lo avevano annunciato nel loro programma (sul sito ufficiale oscurato
il giorno dopo dello spoglio) e in occasione dei comizi pre elettorali:
“Ripuliremo la Grecia dagli immigrati”. I nazionalisti di Chrisì Avghì (Alba dorata), per la prima volta dopo quarant’anni eletti in Parlamento, sono passati (già) dalle parole ai fatti.
Durante una manifestazione anti immigrati nei pressi della vecchia
fabbrica Pireo Patraiki di Patrasso, a cui avevano partecipato anche
centinaia di comuni cittadini, i sostenitori del partito si sono
scontrati con la polizia. Decine di militanti del partito che
procedevano in una marcia separata hanno iniziato il lancio di pietre
contro gli agenti di guardia alla fabbrica e la polizia ha risposto con gas lacrimogeni:
un paio di poliziotti feriti e molti manifestanti fermati dagli agenti.
Danneggiato un veicolo della società pubblica Elas e incendiati alcuni
bidoni della spazzatura.
In precedenza il corteo dei nazionalisti
si era radunato sulla strada Antheia, a circa mezzo chilometro da dove
si era formato un capannello sulla costiera di Dyme per protestare
contro l’omicidio di un 30enne cittadino greco avvenuto nella notte di
sabato accoltellato da tre giovani afgani, (di cui uno, 17enne, già in
manette). La città costiera ellenica, da cui salpano ogni giorno
traghetti per Bari, Brindisi, Ancona e Venezia
(quindi il principale collegamento marittimo con l’Italia) da alcuni
anni è stata “colonizzata” da migliaia di profughi afghani, magrebini e
finanche cinesi, senza documenti, sistemati nella parte occidentale
della città. E che stazionano ai semafori nei pressi del lungomare in
“attesa” di potersi infilare in un camion o nascondersi in qualche
container in partenza e tentare l’avventura europea. Più volte le forze
di polizia locali sono state affiancate dai parigrado italiani della Polmare
per tentare di contenere il fenomeno anche con il sostegno della
tecnologia, come gli scanner per i tir, in funzione nei porti di Bari e
Ancona.
In serata, un gruppo di circa 30 stranieri ha attaccato il deputato di Alba dorata Micheal Arvanitis,
fuori dalla sede della televisione Super B a Patrasso. Secondo le prime
testimonianze il deputato aveva appena terminato un’intervista sulla
situazione politica pre elettorale (si voterà nuovamente il 17 giugno in
un clima tesissimo per le sorti dell’eurozona) quando gli stranieri lo
hanno aggredito e picchiato. In difesa dell’onorevole anche il
giornalista Apostolis Vouldis, partner della stazione
televisiva che ha tentato di mediare. All’arrivo delle forze
dell’ordine, però, gli stranieri si erano dileguati.
I nazionalisti di Alba dorata, guidati dall’effervescente Nikolaos Mikalioliakos,
forti del 7% conquistato lo scorso 6 maggio, hanno in cima al loro
programma una sorta di opera di “pulizia” di extracomunitari, anche nei
servizi e nelle politiche sociali. Propongono infatti l’istituzione di
un albo di medici che curino solo cittadini greci che invece oggi “sono
costretti” a lunghe file nelle Asl per via della forte presenza
straniera nel paese (ad Atene se ne contano almeno un milione e mezzo);
sono contrari alle offerte donate alla curia per gli indigenti, se quei
denari verranno utilizzati anche per sfamare gli stranieri; vogliono
rafforzare il presidio alle frontiere della Grecia, soprattutto quelle
settentrionali, per impedire il flusso continuo di extracomunitari che
transitano dalla Turchia e fanno ingresso da città come Orestiade, Soufì
e Peplos; il loro slogan è “per ogni straniero che lavora, c’è un greco disoccupato”.
Non
solo eurocrisi, dunque, ma una forte fibrillazione sociale elevata al
cubo proprio dalle difficoltà economiche, con le cronache che fanno
registrare l’ennesimo suicidio da crisi: un imprenditore si è lasciato
cadere nel vuoto dall’istmo di Corinto, facendo un salto di un centinaio
di metri.
Fonte: Il Fatto quotidiano del 23/5/2012
Twitter@FDepalo
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