venerdì 11 maggio 2012

Se anche in Grecia regna il Porcellum...

È com e viaggiare col freno a mano sempre tirato. Che sforza inutilmente il motore e produce immobilismo. Deleterio, inutile e stantìo. Li abbiamo osservati in questi giorni gli effetti del proprozionale ad oltranza: la Grecia è ingovernabile perché, a seguito delle elezioni di domenica scorsa con il 40% di astenuti, il partito uscito “vincitore” dalle urne ha ottenuto a malapena il 18% e nessuna possibilità di fare squadra con gli altri. Ma c’è di più: la Nea Dimokratia, di centrodestra, si è presentata alle elezioni distaccata da altri contenitori di matrice conservatrice, gli Indipendenti di Kammenos, i nazionalisti di Karazaferis e il movimento della fuoriuscita Dora Bakoyannis (già ministro degli esteri). 

Disperdendo in questo modo la propria naturale vocazione maggioritaria. A sinistra è andata, se vogliamo, anche peggio. Il Syriza, secondo con il 16%, avrebbe potuto “fare squadra” con i socialisti del Pasok (al misero 13%), ma pure con la Sinistra Democratica di Kouvellis, con i Verdi e con i comunisti del Kke (questi ultimi contro l’euro, l’Ue, insomma, contro tutto e senza proporre una vera alternativa). Quantomeno oggi il continente intero non starebbe in ansia per la formazione di un esecutivo che, semplicemente, era fattibile. Se le forze in campo avessero ragionato con una visione ampia e lunbgimirante, senza proteggere sic et simpliciter la preservazione del proprio ego.

La strada allora è una. Cambiare legge, politica e politici per cambiare davvero. Immaginare un grande “lenzuolo” che sia in grado di abbracciare e non rattoppare o, ancora peggio, strappare. E senza strapuntini da conservare gelosamente come un trofeo del nulla.

Fonte: il futurista quotidiano dell'11/5/2012
Twitter@Fdepalo

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