Da Ffwebmagazine del 12/12/10
Da 37 anni su 32 morti è calato un silenzio triste e indecoroso. Che ha taciuto cause e perché, indizi e ipotesi, ma anche che ha scoperchiato circostanze e successive ammissioni. I nomi di quelle 32 persone non esistono in alcuna carta processuale, come i nomi dei mandanti. Nessuno sino a oggi ha cercato fra documenti, né si è insinuato fra le briglie di una storia oscura. O forse molto chiara. Il lavoro di inchiesta di Salvatore Lordi e Annalisa Giuseppetti in Fiumicino 17 dicembre 1973 parte da un dato di fatto, da quel patto semi segreto detto Lodo Moro, la stipula del fantomatico accordo tra palestinesi ed italiani, siglato durante un incontro presso l’Ambasciata d’Italia al Cairo nell’ottobre del 1973. Allorquando iniziò la guerra del Kippur e solo 60 giorni prima dell’attacco a Fiumicino.
Patto di cui, approfonditi dettagli, sono stati illustrati in un intervento sulla stampa italiana vergato da Francesco Cossiga nel 2006, che parlava apertamente di “Patto Giovannone”, dal nome del funzionario del Sismi di stanza a Beirut. Accordo che, nei fatti, prevedeva in cambio dell’impegno palestinese a non colpire obiettivi italiani in territorio italiano, il passaggio sullo stesso di tutti i traffici di armi, di cui, riflette Sandro Provvisionato nella prefazione, «la stagione dei dirottamenti anni prima e quella ancora più selvaggia degli attentati mirati dopo, prevedeva». Il lavoro degli autori si scontra, però, con l’assenza di atti processuali. Come risulta dall’intervista a uno dei magistrati di punta della lotta al terrorismo, Rosario Priore, il quale conferma come negli ultimi anni, stia emergendo una verità storica della vita del Paese. Ovvero l’esistenza tra l’Italia e tra diversi settori della resistenza palestinese, di un «ben congegnato patto di non belligeranza, gestito da uomini dei servizi italiani». Il libro non punta solo a fare luce sulla vicenda da un punto di vista giornalistico, anche grazie alle parole dei protagonisti dell’epoca, ma riesce ad evitare quella fastidiosa deriva che inevitabilmente cade nel tranello politico, nella solita definizione della cronaca da un punto di vista meramente di fazioni.
I fatti: siamo a dodici mesi dal famoso attentato terroristico di Monaco di Baviera, quando un commando di Settembre Nero lancia due bombe a bordo di un volo Pan-Am, nella piazzola di sosta del Leonardo da Vinci. Trentadue i morti, diciassette feriti, oltre al sequestro di un altro aereo della Lufthansa, sino alla conclusione dopo più di un giorno in territorio Kuwaitiano. Come mai, si chiedono gli autori, nonostante il Mossad avesse segnalato ai servizi italiani la presenza a Ostia di cinque arabi- poi arrestati- non venne rafforzata la vigilanza a Fiumicino? E come mai nessuno di quei testimoni è stato ascoltato dagli inquirenti? In questo groviglio di spie, mezze spie, ministri e depistaggi, il libro si chiede se il massacro sarebbe stato evitabile. Ed è stato scritto interloquendo con quei volti e quegli occhi presenti in quelle ore di trentasette anni fa, quando una mattinata uggiosa di metà dicembre, sfociò in tragedia.
Come quando di scava nei molti punti oscuri. Uno dei Carabinieri in servizio quella mattina, ad esempio, ha rivelato che le telecamere puntate sulle postazioni di controllo-passeggeri dove avvenne l’attentato, erano misteriosamente spente. E ancora, una delle donne ferite lievemente, la sedicenne saudita Robin Haccard, venne comunque sorvegliata a vista nel nosocomio fino al chiarimento della sua posizione: perché tanta attenzione nei confronti di una ragazzina?
Lo scalo romano era di fatto diventato un obiettivo del fondamentalismo: tre mesi prima il controspionaggio italiano, su segnalazione dei colleghi di Tel Aviv, aveva bloccato cinque cittadini arabi che a Ostia stavano progettando l’abbattimento di un aereo israeliano. E quello stesso giorno dell’attentato a Fiumicino, si sarebbe dovuta celebrare un’udienza di quel processo. Solo coincidenze?
Salvatore Lordi e Annalisa Giuseppetti
Fiumicino 17 dicembre 1973. La strage di Settembre Nero
Rubbettino editore
Pp.181, euro 13,00
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