martedì 22 maggio 2012

Ma gli eurobond non sono un capriccio


Non è stato un bel G8 per Angela Merkel, stretta tra gli interrogativi che qualche analista sta iniziando a porre circa l’immutabilità assoluta del memorandum della troika per la Grecia e le aperture della Cdu sull’emissione di eurobond, da sempre soluzione invisa alla Cancelliera, forse intimorita dalla liquidità cinese, che attualmente non ha rivali, in termini di disponibilità immediata. Il duo “Merkozy” è già passato. E non solo perché l’Eliseo ha cambiato inquilino, ma perché strumenti che fino a ieri erano dogmaticamente esclusi dall’ordine del giorno delle politiche economiche, oggi vengono nuovamente (e intelligentemente) ripresi in considerazione. Su questo punto frau Angela mostra di non voler cedere neanche di un centimetro, asserendo che gli eurobond non sono il mezzo con cui si risolverà la crisi sui debiti pubblici. Ma scontrandosi con un’opposizione interna che non potrà che inasprirsi. Inoltre la convinzione di fondo è che il rigore deve essere accompagnato necessariamente da misure per la ripresa, per impedire che all’indomani di quello o di qualsiasi altro memorandum per gli altri stati membri, il tessuto produttivo di ogni singolo paese appaia letteralmente “raso al suolo”. Senza la minima forza per ripartire. 

Un passaggio su cui anche il premier italiano Mario Monti torna spesso, quando rileva (intervistato da Repubblica) che «non riusciremo a dare veramente respiro all’Europa e all’Eurozona se non verrà deciso un programma più sostanzioso per la crescita, da accompagnare al risanamento dei conti pubblici». Ecco dunque la ricetta per impedire il contagio ellenico: mettere in sicurezza i conti comunitari dei paesi Piggs, ma al contempo studiare soluzioni alternative per stimolare la produttività e l’impresa.

L’altro tavolo su cui si gioca la partita (interna ed esterna al palazzo del Reichstag) è la Grecia. Il 67% dei cittadini tedeschi ritiene che Atene dovrebbe abbandonare l’euro, mentre il 23% si dice favorevole alla sua permanenza. E per il 49% dei tedeschi l’introduzione dell’euro è stata un errore. Così un sondaggio Infratestdimap realizzato per l’emittente televisiva Ard e reso noto durante il programma Guenther Jauch, che sulla sorte dell’euro aveva come ospiti l’ex ministro socialdemocratico delle Finanze, Peer Steinbrueck ed il suo contestato compagno di partito Thilo Sarrazin.  La cancelliera sa di giocarsi molto del suo futuro politico sulla Grecia. Da un lato dice di voler lavorare per un’Ue con Atene, ma dall’altro deve registrare i conseguenti risultati elettorali che sconfessano le sue politiche. Inoltre proprio con Atene si è consumato un giallo dai risvolti diplomatici: il suo portavoce ha nuovamente smentito che la Germania abbia suggerito alla Grecia di organizzare un referendum sulla permanenza di Atene nell’eurozona.

Il governo ad interim aveva fatto sapere che Angela Merkel aveva suggerito un referendum nel corso della telefonata intercorsa con capo dello stato Papoulias. Sollevando un polverone a meno di trenta giorni dalle nuove elezioni, che molti sondaggi danno per “già vinte” da Alexis Tsipras, 37enne leader della sinistra radicale del Syriza tra l’altro da oggi impegnato in un tour europeo. Che lo porterà a Parigi per incontrare Jean- Luc Melenchon, ex candidato presidenziale per il Fronte di sinistra francese e a Berlino da Klaus Ernst e Gregor Gysi di Die Linke. Ma non dalla Cancelliera che di Grecia, forse, non ne vuol proprio sentir parlare.

Fonte: il futurista quotidiano del 22/5/2012
Twitter@FDepalo

1 commento:

Unknown ha detto...

Ma siamo davvero certi che gli Eurobond bastino?

http://europuzzle.blogspot.com/2012/05/gli-eurobond-cosa-sono-e-cosa-servono.html