Dal Futurista del 15/04/11
“Si può pensare davvero che un paese possa restare unito dal Patriottismo costituzionale?” Se lo chiede Marcello Veneziani sul Giornale di famiglia, ragionando anche sull’immutabilità della carta costituzionale italiana. Già il semplice porsi una domanda simile, ci fa comprendere ancora di più il perchè siamo, e saremo, distanti anni luce da quel modo di fare giornalismo, analisi, politica, o di intendere l’intimità più profonda di una Nazione. Il patriottismo o è costituzionale o non è: altrimenti diventa nazionalismo, imposizione. Chi mette in dubbio l’unico collante, alto, che oggi è rimasto, è chi tradisce non solo i suoi valori o i suoi ideali. Ma quelli comuni di una intera comunità. Veneziani esordisce con una sintesi sul bilancio della contesa politica italiana: “L’opposizione in Italia è barricata dietro la Costituzione e Berlusconi si è riparato dietro gli italiani”. Non è così: le opposizioni oggi difendono i principi della Carta, che spesso il Governo mostra di non conoscere, o di ignorare colposamente o dolosamente, o in alcuni casi (vedi la Lega e certe leggine) di calpestare. La barricata, in verità, è un’altra: quella che è stata permanentemente allestita all’interno del Parlamento dove pur di difendere l’interesse del singolo si sta mortificando il benessere collettivo. Non è vero che il premier si è riparato dietro gli italiani: chi può dimostrare che il popolo gli sta facendo scudo? Più logico sostenere che si sia riparato invece dietro il proprio personale potere istituzionale.
Quanto alla Costituzione, troppo facile addurre l’anacronismo in sé senza argomentarlo: più volte è stato sollevato il dibattito su un adeguamento della Carta alle nuove esigenze della collettività, dato sul quale si può serenamente riflettere, ma senza stravolgere a proprio uso e consumo il senso di quella bussola che è ancora valida ed efficiente nei suoi principi basilari.
E allora l’interrogativo di Veneziani sull’utilità del Patriottismo Costituzionale offre la cifra di un certo modo di vedere le dinamiche sociali del paese. Mettere in dubbio quell’elemento di unione e comunione, significa pugnalare l’unico perno unificante rimasto oggi in un’Italia lacerata da condotte secessioniste e derive da bunker.Che hanno l’unico obiettivo di separare, di fazionizzare, di irritare, di dividere ancora una volta una comunità che invece dovrebbe essere invitata a ricompattarsi. Per inseguire il rasserenamento. E stringersi, finalmente, a coorte. Oggi più che mai.
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